AUMENTANO LE VOCAZIONI NEI MONASTERI DI CLAUSURA FEMMINILI. SCARSEGGIANO QUELLE DEI PRETI E DELLE ALTRE SUORE, SOPRATTUTTO NEL MONDO OCCIDENTALE, MENTRE CRESCONO IN AFRICA, ASIA, OCEANIA

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 Caterina Elisa Lot, 37 anni, nata e cresciuta a Treviso, con una avviata carriera in banca, decide di lasciare tutto e di entrare nell’ordine della clarisse, suore di clausura, in un convento di Bergamo. Racconta di essere felice della sua scelta e di non rimpiangere nulla di quello che si è lasciata alle spalle. Nell’ottobre scorso, tra le angoscianti notizie sull’andamento in crescita della pandemia, le varie disgrazie nazionali e planetarie, c’è lo spazio anche per raccontare la storia di Caterina. Fa sempre notizia il fatto che una donna, o un uomo, giovani, brillanti, destinati, apparentemente, al successo o almeno ad una vita “normale” e soddisfacente, decidano di abbandonare tutto e ritirarsi in un convento, in un monastero, in una abbazia. Proprio quando i dati ufficiali tratteggiano un quadro preoccupante, per quel che riguarda il calo delle vocazioni, si registra un trend positivo per le scelte più “radicali”: calano in generale le vocazioni, soprattutto quelle delle religiose, ma rimangono costanti, se non in aumento, quelle per la clausura, per la vita contemplativa. La conferma del fenomeno del calo delle vocazioni, e la tendenza alla diminuzione globale delle suore che nel mondo sono complessivamente 641.661 (-7.249), arriva attraverso i numeri diffusi recentemente dall’agenzia vaticana Fides, dati che sono aggiornati al 31 dicembre 2018. 

Il numero totale dei sacerdoti nel mondo continua a diminuire, raggiungendo quota 414.065 (-517). A segnare un calo consistente ancora una volta è l’Europa (-2.675), cui si aggiunge l’America (-104). La curva negativa si inverte nel sud del mondo: aumenti si registrano in Africa (+1.391), Asia (+823) e Oceania (+48). Si conferma anche la tendenza alla diminuzione globale delle religiose, di 7.249 unità, come l’anno precedente. Le suore sono complessivamente 641.661. Come per i religiosi, anche in questo caso gli aumenti si verificano in Africa (+2.220) e in Asia (+1.218), le diminuzioni sono concentrate soprattutto nel mondo occidentale, in Europa, America e Oceania. In questo quadro complesso di crisi si distingue il dato in controtendenza che riguarda le religiose che scelgono la vita contemplativa. In totale, secondo gli ultimi dati, sono quasi 34mila in tutto il mondo, concentrate principalmente in Europa, e in particolare in Italia e Spagna. Ma gli ordini monastici di clausura ora si stanno diffondendo in altri continenti, soprattutto in Asia, Africa e America Latina. Tra questi ordini quello delle carmelitane scalze è il più numeroso, quello che ha realizzato lo sviluppo più consistente, tanto che oggi i loro monasteri si trovano in 98 Paesi diversi e contano oltre 11mila religiose. nuovi monasteri Le storie che si incrociano nei conventi, nei monasteri tratteggiano un mondo di silenzio, di “chiusura” che in realtà diventano apertura, contatto, esperienza, condivisione. Anche e soprattutto in questo momento storico contrassegnato dalla paura, dall’isolamento, dalla difficoltà, se non dall’impossibilità, di muoversi.
Alle suore si rivolgono in tanti per chiedere aiuto nel sostenere lo stress e l’angoscia moltiplicate dalla pandemia. Come succede a San Vito al Tagliamento, in Friuli Venezia Giulia, dove il monastero di Santa Maria della Visitazione ha messo a disposizione un numero telefonico per chi si sente solo e più vulnerabile, così come a Bergamo, in Città Alta, con le monache del convento di Santa Grata pronte ad ascoltare e soprattutto a pregare per chi lo richiede: nelle settimane del lockdown sono arrivate più di cento richieste di preghiere “speciali” ogni settimana. Del resto oggi le claustrali sono molto diverse dall’idea canonica che si è sempre diffusa, quella di donne isolate nel silenzio: usano con molta disinvoltura i social, Internet, le comunicazioni applicate alla tecnologia. Scrivono, intervengono, sostengono, aprono le porte della loro casa per offrire ascolto, vicinanza, organizzano corsi, incontri; vendono i prodotti dei loro orti, giardini, campi, i loro bellissimi lavori artigianali. A Vitorchiano, un suggestivo borgo nella provincia di Viterbo, si trova un monastero di suore trappiste, una delle applicazioni più rigorose della Regola di San Benedetto. In questi anni è cresciuto costantemente il numero delle giovani che hanno chiesto di diventare monache e oggi sono 78.

Anche in questo caso, come per le carmelitane, il numero sempre più consistente di vocazioni ha permesso all’ordine di espandersi, e dunque sono otto le fondazioni nate da Vitorchiano, i nuovi monasteri nati per volontà delle trappiste: in Toscana, in Argentina, in Venezuela, in Cile, in Indonesia, nelle Filippine, nella Repubblica Ceca. E ora in Portogallo, dove il loro sarà il primo monastero edificato da due secoli. A conferma che forse, nel nostro tempo, l’Europa diventa una nuova frontiera della missione.