Dichiarazione dell’episcopato francese dopo l’approvazione della legge sulla bioetica. L’ideologia ha prevalso sulla dignità dell’uomo

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«Il fondamento della “bioetica francese” di cui il nostro Paese era tanto orgoglioso è stato cancellato: la dignità propria di ogni essere umano — grande e piccolo — non è più il punto focale»: così il presidente della Conferenza episcopale francese (Cef), monsignor Eric de Moulins-Beaufort, ha commentato l’approvazione, da parte dell’Assemblea nazionale, del disegno di legge sulla bioetica. Il via libera è arrivato il 29 giugno, con 326 voti a favore, 115 contrari e 42 astenuti.
«Nonostante diversi anni di dibattito, è emersa una logica che fa della dignità dell’essere umano un valore a geometria variabile — commenta l’arcivescovo di Reims — l’ampio consenso auspicato dal presidente della Repubblica non esiste e assistiamo al trionfo di una volontà ideologica nonostante i numerosi moniti — a volte solo buon senso — espressi dai nostri concittadini».
Voluta dal partito di Emmanuel Macron, la proposta normativa era stata al centro delle preoccupazioni dei vescovi francesi che, in diverse occasioni, avevano sollevato obiezioni. In particolare, i punti critici riguardano l’estensione della procreazione medicalmente assistita, finora riservata alle coppie eterosessuali con problemi di infertilità, anche a coppie di donne omosessuali e a donne single; la conservazione degli ovociti senza motivo medico e l’autorizzazione a creare “embrioni-chimera” iniettando cellule umane in cellule animali a fini di ricerca.
In questo contesto in cui «la legge francese autorizza nuove trasgressioni», il presule ritiene «quanto mai importante che ciascuno trovi i mezzi di vigilanza e di discernimento personale per compiere le proprie scelte nella piena consapevolezza delle conseguenze etiche» che esse avranno.
Il richiamo dell’arcivescovo, in sintesi, è «alla libertà e alla responsabilità di ciascuno», perché «la soddisfazione di un bisogno — anche legittimo — il principio di uguaglianza, le esigenze della ricerca scientifica e la paura della disabilità non possono giustificare il trattamento degli esseri umani come materiale manipolabile ed eliminabile».

Al contempo, Moulins-Beaufort evidenzia che «il nuovo quadro legislativo abbatte nuove barriere etiche e rende ognuno di noi più che mai consapevole della propria responsabilità personale».

di Charles de Pechpeyrou