don Boccardo Angiolino

Ricordiamoli
Mons. BOCCARDO ANGIOLINO
(n. 01/01/1948  + 04/04/2018)
Mons. Angiolino Boccardo: un presbitero ed un amico attento, discreto e dal cuore grande. Il 4 aprile è deceduto un caro amico, un presbitero sempre attento alle situazioni, dalla carità evangelica: “Quando invece tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra” (Mt 6,3). La sua dipartita ha lasciato un vuoto enorme in coloro che lo hanno conosciuto da vicino e nella quotidianità della vita.
Don Angiolino è nato a Castelmauro (CB) il primo gennaio 1948, è stato ordinato sacerdote il 25 luglio 1971 nella chiesa parrocchiale “San Leonardo Confessore” in Castelmauro. Incardinato nella Diocesi di Termoli, oggi Termoli-Larino, ha servito la comunità diocesana come parroco di Castelbottaccio e poi di Civitacampomarano dal 1982 fino alla sua dipartita. Ha insegnato religione cattolica presso l’Istituto Magistrale di Guglionesi, lasciando nelle sue alunne un ricordo indelebile. Per venticinque anni ha svolto il servizio di Economo della Diocesi di Termoli – Larino assicurando il suo impegno anche in altri incarichi diocesani nel settore della gestione amministrativa. Il 16 luglio 2012 è stato nominato Cappellano di sua Santità dal Papa Benedetto XVI. 
Il 25 agosto 2011 emette la professione perpetua dei consigli evangelici nell’IGS, vivendo la sua appartenenza alla Famiglia Paolina con semplicità e dedizione, sostenendo e condividendo la missione e il carisma paolino con la sua preghiera personale e il ricordo diuturno nella celebrazione eucaristica, e con piccole, ma incisive, attività pastorali per la sua comunità parrocchiale e per la zona foraniale insieme ad altri presbiteri dell’IGS. 
Oltre ad elencare incarichi e mansioni pastorali, per fare un ricordo di don Angiolino, che possa permettere di conoscerlo anche a chi non ha avuto la fortuna di stargli vicino, credo che tre frasi evangeliche riassumano come ha vissuto la sua vita da uomo, battezzato, presbitero e membro dell’IGS: «Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità». (1Gv 3, 18)
Don Angiolino è stato per tutti coloro che lo hanno voluto veramente incontrare un amico sincero ed affettuoso. Come insegna l’Apostolo Giovanni, don Angiolino ha amato con i fatti e nella verità. Dalla carità vera e nascosta, ha saputo tendere la mano a chiunque era nella necessità, con molta discrezione e nel segreto della sua coscienza. Sapeva darti il consiglio ispirato alla Verità di Cristo senza ricorrere a discorsi sapienziali o parenetici, ma con semplicità e schiettezza, che contraddistinguevano il suo carattere e lo stile della sua vita. Ha fatto il bene a tante persone, senza clamore; ha ascoltato chiunque bussasse alla sua porta e conversava con semplicità con tutti.
Curava l’amicizia con gesti di attenzione che rincuoravano il cuore. Era sempre presente; non aveva bisogno di essere chiamato, accorreva se eri nel bisogno. «Io vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri. Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri». (Gv 13, 34-35)
La cosa che più caratterizzava il suo essere cristiano e presbitero era il credere e impegnarsi nella fraternità e comunione presbiterale. Ha saputo stare accanto a presbiteri in difficoltà; ha ridato fiducia al cuore di presbiteri che avevano perso ogni certezza nella fraternità sacerdotale. Nella sua preghiera mai dimenticava i confratelli e i vescovi, soprattutto coloro che non riusciva ad aiutare, non per sua diretta volontà. È entrato nell’IGS soprattutto perché era convinto che poteva impegnarsi in questo modo ancor più nella fraternità sacerdotale. Ha creduto nel carisma della Famiglia Paolina e lo ha vissuto soprattutto vivendo i momenti di incontro zonale e gli esercizi spirituali come occasioni per condividere in semplicità la vita presbiterale. L’Istituto Gesù Sacerdote è stato per lui un ulteriore stimolo per impegnarsi a vivere la fraternità e la comunione nel presbiterio diocesano.
«Il Signore rispose: Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito?» (Lc 12, 42)
Don Angiolino è stato certamente l’amministratore fidato e prudente della casa del Signore. Per venticinque anni la Diocesi ha avuto in lui un Economo attento e preciso, prudente e fidato, discreto ed oculato. Anche come Presidente del Sostentamento del Clero Diocesano ha saputo gestire tutto con umiltà, impegnandosi indefessamente per il bene della Diocesi. 
Ha curato i restauri delle Chiese, gestendo i lavori con meticolosità e scrupolosità affinché ogni costo fosse ben effettuato ottenendo risultati eccellenti sia nel rispetto dell’arte che nella qualità dei lavori. Per ottenere questi risultati si dedicava a crescere nella conoscenza tecnica dei lavori e seguiva le Ditte affinché eseguissero i lavori con la stessa cura e amore che lui impiegava.
Tutto era fatto e vissuto da lui “Ad maiorem Dei gloria”!
Ora che il Signore lo ha richiamato a sé, sicuramente gli avrà dato la ricompensa per essere stato un discepolo, un pastore ed un amministratore umile, semplice, onesto, fidato e prudente.
Tutto a lode e gloria di Dio, ringraziando per averci donato don Angiolino: un amico, un fratello e un presbitero che resterà sempre nei nostri cuori.
Il suo amico e fratello
Renato