Don Fabio Rosini: la speranza è vivere con lo Spirito Santo, non salute e lavoro

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Metti un sabato sera a parlare di speranza e Spirito Santo con i frati francescani del Palatino di Roma e Don Fabio Rosini. In tempo di covid ci sono loro a riempire il weekend su YouTube, dove, da tre settimane, trasmettono “Visto che stai a casa”.

Un nuovo “programma” che rende attuali vita e messaggi di San Francesco d’Assisi, attraverso le riflessioni sempre concrete e puntuali di Don Fabio Rosini. L’appuntamento prosegue per altri due sabati (13 e 20 dicembre), alle ore 21,30 sul. Se non avete visto le puntate precedenti, potete recuperarle sempre sullo stesso canale YouTube.

Che cos’è una speranza

Nella terza puntata, quella che si è tenuta sabato 6 dicembre, Don Fabio Rosini ha affrontato il tema della speranza. Ma attenzione. «Una speranza – ha detto il sacerdote romano – ha motivo di esistere ed è un dono di Dio, se è basata su una promessa, su qualcosa che Dio ti ha promesso. Proviamo a pensare ciò che Dio ha promesso a tutti, cosa che già da sola ci allontanerebbe un sacco di problemi».

«Già al battesimo c’è stata una promessa: che avremmo avuto una vita da figli di Dio. Ma allora, dirà qualcuno, ad esempio, perché ho perso il lavoro? Un figlio di Dio non perde il lavoro! Se sono figlio di Dio mi va tutto bene! No, se sei figlio di Dio ami. A Gesù mica è andato tutto bene».

Ciò che ha promesso Dio

E allora quale è la promessa? «Dio non ha promesso che ti risolve i tuoi problemi. La promessa è che Dio ti dona lo Spirito Santo».

Nell’Antico Testamento la promessa è scritta così nel libro di Ezechiele:

26: vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne.

27 Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi.

La malattia di Don Fabio

Dio promette, prosegue Rosini, «un cuore nuovo, non una situazione nuova». «Per esempio – evidenzia Don Fabio – io sono malato, ho una malattia di lungo corso. Dio mi ha promesso la salute? No, ma di vivere la malattia con lo Spirito Santo. Lo so che se chiedo quello, lui me lo dà. Perché in questo posso confidare. Questa è una speranza in cui posso attendere. La speranza di vivere con lo spirito di Cristo nel cuore. A prescindere se trovo un lavoro o no; o se sto in salute o no; o ancora, se chi mi sta accanto viva o no».

“I doni che mi ha dato il Signore”

Il sacerdote torna su se stesso: «Io sono una creatura, sono fragile, quindi spero, di stare meglio, di non soffrire. Statisticamente ho due tumori maligni primari. In genere se ne becca uno, ma dopo otto anni ne ho avuto un altro. Eppure io penso che il Signore sia molto fedele: perché mi ha dato il dono di vivere serenamente e allegramente; mi ha dato di combattere anche quando entravo nel buio e non capivo cosa stesse succedendo. Non mi ha mai mollato. Io non spero che vada tutto bene, ma di stare nella posizione giusta davanti a tutto».

L’equipaggiamento degli scout

Dicono gli scout che «non esiste l’equipaggiamento buono o cattivo, ma quello adeguato o non adeguato. Il problema non è se mi sposo o non mi sposo, non avere o non avere la salute, ma un cuore nuovo, cioè sentire accanto la presenza dello Spirito Santo in ogni momento della vita».

Attenti! E’ questa la vera lezione della pandemia

«Per amore dei Fratelli – continua Rosini – speriamo che si abbreviano le sofferenze di tutti in questa pandemia. Ma il Papa ha detto che c’è una cosa più grave del coronavirus: non crescere all’interno di questa pandemia, non imparare niente. Noi speriamo che passi presto». Invece dovremmo sperare prima di ogni cosa, sostiene Don Fabio, «di essere diventati più seri, più profondi, più asciutti, più fraterni, più attaccati a quello che conta, più capaci di amare, più capaci di comunione».