La Cei precisa: per Messe e cerimonie misure di sicurezza invariate

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Il Dpcm del 13 ottobre non ha cambiato le norme in vigore stabilite dal protocollo del 7 maggio che riguardava la ripresa delle celebrazioni con il popolo

Rispondendo a diverse richieste di chiarimento dei giornalisti legate all’ultimo Dpcm con le regole in vigore fino a metà novembre in tema di contenimento dell’epidemia di coronavirus, il direttore dell’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale Italiana, Vincenzo Corrado, precisa che il provvedimento lascia invariato quanto previsto nel Protocollo del 7 maggio circa la ripresa delle celebrazioni con il popolo, integrato con le successive indicazioni del Comitato tecnico-scientifico trasmesse nel corso dell’estate.

Tra queste, a titolo di esempio:

i guanti non sono obbligatori per il ministro della Comunione che però deve igienizzarsi accuratamente le mani;

celebrazione delle Cresime assicurando il rispetto delle indicazioni sanitarie (in questa fase l’unzione può essere fatta usando un batuffolo di cotone o una salvietta per ogni cresimando), la stessa attenzione vale per le unzioni battesimali e per il sacramento dell’Unzione dei malati;

reintroduzione dei cori e cantori, i cui componenti dovranno mantenere una distanza interpersonale laterale di almeno 1 metro e almeno 2 metri tra le eventuali file del coro e dagli altri soggetti presenti (tali distanze possono essere ridotte solo ricorrendo a barriere fisiche, anche mobili, adeguate a prevenire il contagio tramite droplet. L’eventuale interazione tra cantori e fedeli deve garantire il rispetto delle raccomandazioni igienico-comportamentali ed in particolare il distanziamento di almeno 2 metri);

durante la celebrazione del matrimonio gli sposi possono non indossare la mascherina;

durante lo svolgimento delle funzioni religiose, non sono tenuti all’obbligo del distanziamento interpersonale i componenti dello stesso nucleo familiare o conviventi/congiunti, parenti con stabile frequentazione; persone, non legate da vincolo di parentela, di affinità o di coniugio, che condividono abitualmente gli stessi luoghi dove svolgono vita sociale in comune.

Nelle settimane in cui le Diocesi riprendono le attività pastorali, la Segreteria Generale della Conferenza Episcopale Italiana assicura un’interlocuzione costante con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero degli Interni e il Comitato tecnico-scientifico, per monitorare il quadro epidemiologico e l’evoluzione della pandemia.