LA FRATERNITÀ PRESBITERALE (Mons. G. Brambilla, Vescovo di Novara)

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Un itinerario sulla fraternità presbiterale prende le mosse dall’esperienza dell’amicizia come dimensione interna della fraternità. L’aspetto affettivo, etico e spirituale dell’amor benevolentiae è la trama della fraternità come dono e come compito. Infatti, l’amicizia sorge dal “voler bene” all’altro e si perfeziona nel “volere il bene” con l’altro. Voler bene all’altro è l’affezione dell’amicizia (affinità elettiva) che dall’interno si può aprire a “volere il bene” con l’altro, che è la sua componente etica e spirituale (fraternità sacerdotale). L’amicizia è quindi il momento antropologico della fraternità. Nel breve percorso che vi offrirò:

1) richiamo la connessione tra aspetto antropologico dell’amicizia e dimensione teologale delle fraternità nel linguaggio di Giovanni e nei diversi strati del messaggio di Gesù.

2) propongo alcune riflessioni teologico-spirituali sulla vita fraterna presbiterale per mostrare che la fraternità è il compimento gratuito dell’amore di amicizia.

3) formulo alcune domande per la meditazione e la preghiera, affinché questo periodo che ci dona più tempo possa trovare il tempo della vera fraternità.

Domande per la riflessione e la preghiera

  1. La fraternità presbiterale nasce dalla comune chiamata, mentre l’amicizia sorge dall’ascolto degli incontri, affetti, scambi e interessi comuni.
    1. Quali strumenti (letture, temi, testi) nutrono il cammino di chiamata e di ascolto reciproco?
  2. La fraternità presbiterale è alimentata dal dono dell’Eucaristia che è il pane della mensa fraterna, della comunione nel ministero e della condivisione nella fatica pastorale e sofferenza personale.
    1. Quale coscienza eucaristica sta al centro della nostra fraternità e come si coltiva nei gesti della comunione pastorale e della prossimità alla vita dei confratelli?
  3. La fraternità presbiterale ha due grandi momenti di crescita: matura attraverso la preghiera e la conoscenza nelle successive stagioni della vita.
    1. Le diverse età e le differenti sensibilità del ministero sono vere ricchezze da scambiare o si esprimono piuttosto in gruppi di pressione, di cui ne fa le spese il ministero e la chiesa?
  4. La fraternità presbiterale ha il suo ossigeno nella circolarità tra fecondità e gioia, per vincere stanchezze e accidia oppure stress e depressione.
    1. Qual è l’antidoto maggiore al logoramento nel ministero, alle forme subdole di gelosia e invidia, al ripiegamento nel proprio privato, all’isolamento che intristisce?