LEGGERSI NELLA SCRITTURA: COME SI FA? La riflessione del teologo Robert Cheaib

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Von Balthasar diceva che la santità consiste nel sostenere lo sguardo di Dio su di noi. 

Una nostra lettrice ha visto un video in cui parlo del “leggersi nella Scrittura”. Più precisamente, nel video affermo: «Il modo migliore per leggere la Scrittura è leggersi nella Scrittura». La lettrice – Lea – mi esprime la difficoltà che ha a comprendere e a praticare questa “auto-lettura” nel testo. Penso che sia una domanda che tanti si siano posti, e per questo, rispondendo a Lea, penso e spero di dare una risposta a molti di voi.
Cara Lea, leggersi nella Scrittura non è difficile solo per te, ma per tutti. È una parte difficile perché è una parte che non coinvolge solo la testa, ma anche il cuore e la riflessione (rilettura) della propria vita. È una prassi che ci compromette, ci mette in gioco, ci mette sotto la lente d’ingrandimento e soprattutto sotto lo sguardo di Dio. Hans Urs von Balthasar diceva che la santità consiste proprio nel sostenere lo sguardo di Dio su di noi. Quindi, la difficoltà è proprio la parte esistenziale della questione.
Non limitandosi però a questa dimensione, la tua domanda va oltre e mi chiedi: «Praticamente come posso fare?». Ho pensato di darti un piccolo esempio pratico riflettendo su un brano di Vangelo di carattere pasquale: quello dei due discepoli di Emmaus. Il testo in sé racconta il cammino di due discepoli sconsolati lontano da Gerusalemme. Poi l’incontro con un “forestiero” che si rivela come qualcuno che li conosce più di quanto loro conoscano se stessi.
Quest’incontro, coronato con l’ospitalità, li riporta a Gerusalemme, verso la comunità con la consolazione e la gioia… questo, molto brevemente, è il testo in sé. Per te Lea, per me Robert, questo testo cosa dice? Il Signore come mi parla tramite questo testo? È innanzitutto importante invocare lo Spirito Santo che scruta l’intimità di Dio e anche la nostra intimità. È lo Spirito “l’attualizzatore” per eccellenza della Scrittura. Ma fatto ciò, c’è il nostro lavoro. Gesù chiede ai due: di cosa parlate? perché siete tristi? Li invita non solo a sentire quello che sentono, ma a prendere atto dei loro sentimenti e del loro vissuto: mettere in parole ciò che vivono. Già questo può essere un esercizio molto bello e importante per la tua vita. Sarà forse difficile inizialmente, se non sei abituata. Ma pian piano, se ti abitui a conoscerti davanti al Signore, diventerà più facile.