L’oratorio estivo, spesso, più che una casa, ha le forme di un ricettacolo di giovani ingestibili che trovano un posto nel quale voler fare tutto quello che gli pare e piace…

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“Siamo quelli che facciamo dell’oratorio casa”: è la bellissima frase ricorrente che durante l’estate è risuonata nei cortili dei nostri oratori.
Una frase che presenta la bellezza dell’esperienza educativa che l’oratorio, sullo stile di don Bosco, può essere per centinaia di bambini e ragazzi.
Purtroppo questa immagine si scontra, a volte, con la realtà di ogni pomeriggio estivo particolarmente afoso: più che una casa, l’oratorio ha le forme di un ricettacolo di giovani ingestibili che trovano un posto nel quale voler fare tutto quello che gli pare e piace…
Tralasciando il personale sistema nervoso, è una situazione che interpella profondamente.
Viene in aiuto don Bosco: nel suo oratorio si è trovato giovani difficili e indisciplinati, certamente. Ma la proposta educativa era volta a formare buoni cristiani e onesti cittadini, attraverso una formazione educativa e culturale.
Ora l’oratorio cos’è? Col tempo si è trasformato in un luogo che spesso viene semplicemente ricercato come il garante di un servizio libero per giocare al pallone o al ping pong, il cortile dove piazzare i bambini quando sei impegnato oppure il posto dove andare quando non si sa cosa fare.
Questa apertura indiscriminata e libera dell’oratorio, nel quale spesso di ritrova un prete a “sorvegliare” (a volte neanche quello), può dare un significativo apporto educativo alle giovani generazioni? Chiaramente no.
“Eh ma l’oratorio deve essere sempre aperto”, frase ricorrente sulle bocche di faciloni benpensanti, non accorgendosi della povertà educativa dell’oratorio, se lo si vuole aperto liberamente ogni giorno dell’anno.
L’oratorio non è il parco giochi, ma è esperienza di fede, di comunità e di educazione.
Quando tutto questo manca, dobbiamo porci la domanda sull’inefficacia educativa dell’oratorio sui nostri giovani: è una domanda che si pone il prete, ma deve interpellare la comunità.
Solo ricercando nuove energie nuovi modi di vivere questo luogo fa sì che possiamo compiere quel salto di qualità che fa dell’oratorio la casa dei giovani.
Altrimenti è tempo perso e i parchi giochi e i bar sono aperti.
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