L’ultimo miracolo di Gesù (di Luigi Maria Epicoco)

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Pietro era rimasto impressionato dai discorsi del Maestro. Cosa mai sarebbe accaduto di così grave in quelle ore tanto da aver bisogno di una spada? Ne tirarono fuori due e gliele posero davanti. In realtà non erano un granché, sembravano spade mai usate, di quelle che dovevano forse servire a spaventare i briganti che si aggiravano nelle periferie della città o in quella pericolosa strada del deserto di Giuda che va da Gerusalemme a Gerico. Gli occhi di Gesù si fecero tristi alla vista di quelle armi. Pietro non chiese spiegazioni perché sentiva salire dentro di sé un’angoscia che gli impediva di parlare. Una sorta di presentimento oscuro li teneva tutti silenziosamente legati tra di loro. Fu un sollievo quando il Maestro propose loro di uscire. Attraversare quella scalinata che li avrebbe condotti al monte degli ulivi fu per loro un sollievo. Ma nessuno continuava a parlare, ognuno sembrava immerso in un mondo di buio tutto suo.

Pietro aveva comunque portato con sé quelle armi e sentiva il loro peso come una gravità strana. Gli sembrava di portare con sé tutto il peso del mondo. Avrebbe avuto il coraggio di usarla se ci fosse stata necessità? Aveva mani grosse da pescatore, ma tirare le reti e armeggiare con una barca non era la stessa cosa che tenere in mano un’arma. Si disse tra sé che avrebbe usato tutta la sua forza, e avrebbe colpito senza pensarci due volte. Gli faceva orrore pensare che chi fa del male possa pensarci in maniera preventiva. Forse si colpisce proprio perché non si pensa. Ma non aveva ancora finito di fantasticare su tutto questo che eccoli arrivati al podere degli ulivi, quel fazzoletto di terra così prediletto dal Maestro.

Lo seguivano spesso in quel luogo. Erano affascinati dal suo modo di pregare. Lo guardavano da lontano mentre in silenzio si raccoglieva per ore, o anche per tutta la notte. Pensavano che quella preghiera in quella strana serata avrebbe portato sollievo anche a loro. Ma la loro angoscia cominciò a mescolarsi a un sonno depresso. Come è strana la connessione tra la tristezza e il sonno, forse si dorme per nascondersi dalla fatica della realtà. Più volte il Maestro li aveva svegliati, ma qualcosa di invincibile si era impadronito dei loro occhi che facevano fatica a restare aperti.

Strani rumori si sentivano in lontananza e man mano da quel buio pesto si faceva strada un drappello di fiaccole che si specchiavano macabre sulle armature, le spade e le lance di un manipolo di uomini. I discepoli balzarono in piedi, erano circondati dai soldati e dai servi del sommo sacerdote. Gesù era fermo, ritto, come se tutta quella concitazione non lo riguardasse. Fissava Giuda che avanzava in mezzo agli altri per andargli incontro e baciarlo: “Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo?”. Quelle parole pronunciate sommessamente ebbero la forza di un esorcismo. Giuda indietreggio quasi scaraventato da una strana forza. Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: “Signore, dobbiamo colpire con la spada?”. E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio destro. Allora Gesù grido “Basta!” e allungando la mano toccò la ferita di quell’uomo guarendolo all’istante. Fu il suo ultimo miracolo.  

Poi Gesù disse a coloro che gli erano venuti contro, sommi sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: “Siete usciti con spade e bastoni come contro un brigante?  Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete steso le mani contro di me; ma questa è la vostra ora, è l’impero delle tenebre”. Ma essi si avventarono addosso, lo presero e lo condussero via. Rimase solo quel servo che Gesù aveva guarito. Era stordito e in ginocchio, fissava la spada sporca di sangue davanti a sé, e aveva la mano su quell’orecchio di nuovo sano. Pensava tra sé, col fiato corto: perché quell’uomo aveva avuto per pietà di lui? Perché aveva risposto con un gesto di tenerezza a tutta quella violenza? Scoppiò a piangere, si mise a scavare una fossa e vi seppellì quella spada. Guardò in direzione del Tempio e promise di non impugnare mai più un’arma.

Era l’impero delle tenebre, ma qualcosa già cominciava a scricchiolare in tutto quel buio. Un frammento di luce aveva iniziato la sua corsa ed era partito proprio dal cuore di questo graziato dell’ultima ora.