Verso gli altari. Papa Luciani, l’attesa per il sì al miracolo

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Per la beatificazione si attende l’ultimo sì al riconoscimento della sua intercessione per la guarigione scientificamente inspiegabile, dieci anni fa, di una bambina

Dopo il via libera unanime della Consulta medica e del Congresso dei teologi l’ultima votazione spetta alla Sessione dei cardinali e dei vescovi che si riunirà in ottobre La piccola era affetta da una grave forma di encefalopatia

Anche per il processo “super miro” (sul miracolo) siamo ormai alle battute finali. E per Giovanni Paolo I si avvicina il tempo della beatificazione. Papa Luciani è venerabile dal 2017. La sua causa di canonizzazione si era aperta nel novembre del 2003, a ben venticinque anni dalla morte, e si è conclusa nel novembre del 2017 con il decreto sancito da papa Francesco che ha proclamato le virtù di Giovanni Paolo I. La sessione inaugurale dell’Inchiesta diocesana era stata presenziata in modo solenne nella Cattedrale di Belluno, diocesi natale di Albino Luciani, dall’allora prefetto della Congregazione delle cause dei santi, il cardinale José Saraiva Martins, il quale sottolineò come la circostanza offriva la possibilità di conoscere e approfondire la figura e l’operato di Luciani, «affinché un giorno si possa invocare, come santo, questo grande uomo di Chiesa dalla Chiesa locale di Belluno a quella universale come Vescovo di Roma». E questa è stata la strada percorsa. Grazie alla causa si è potuto infatti svolgere per la prima volta un lavoro sulle fonti importante da un punto vista storico e storiografico e adempire così ad una riconsegna doverosa della sua memoria.

L’Inchiesta diocesana cominciò a operare il 22 novembre 2003 e il processo diocesano si svolse in 203 sessioni, durante le quali – nelle sedi episcopali di Belluno, Vittorio Veneto, Venezia e Roma – vennero escussi 167 testimoni, tutti de visu a eccezione di uno. I lavori si conclusero tre anni dopo, il 10 novembre 2006 e gli atti del processo diocesano, con la relativa documentazione archivistica, vennero trasmessi presso la Congregazione delle cause dei santi. Il 9 novembre 2007, prendendo in esame gli atti pervenuti per concedere a questi la validità, il Congresso ordinario della Congregazione delle cause dei santi osservò come la documentazione pervenuta presentasse diverse lacune in riferimento particolare a quella conservata presso l’Archivio storico del Patriarcato di Venezia e presso l’Archivio della Conferenza episcopale del Triveneto. Per acquisire tale documentazione la Congregazione richiese un supplemento di indagine e il 25 marzo del 2008, il vescovo di Belluno-Feltre, Giuseppe Andrich, istituì quindi il tribunale per l’Inchiesta diocesana suppletiva. Solo in seguito alla consegna di queste carte d’archivio, il 13 giugno 2008, venne riconosciuta con decreto la validità formale degli atti dell’Inchiesta diocesana, principale e suppletiva e si avviò così la fase romana del processo, che prevede anzitutto la ricerca necessaria ai fini dell’acquisizione completa delle carte del servo di Dio, lo studio di natura storico-scientifica, il vaglio di tutte le fonti documentarie e testimoniali con relativa valutazione critica, e dunque l’elaborazione e composizione della “positio”, il dossier che comprende tutto il corpus delle prove documentali e testimoniali che devono dimostrare l’eroicità della vita, delle virtù e della fama di santità del candidato agli onori degli altari.

Svolte per incarico diocesano queste ricerche, il 27 giugno mi fu affidato l’incarico per la stesura della “positio” per la quale a partire dal 2012 venni affiancata dal sacerdote nativo di Canale d’Agordo, Davide Fiocco, teologo e docente di patrologia. Il padre Vincenzo Criscuolo, relatore generale della stessa Congregazione delle cause dei santi, come relatore proseguì il lavoro intrapreso, richiedendo gli opportuni approfondimenti e le necessarie ulteriori acquisizioni, sia per quanto concerne la parte documentale sia per la parte testimoniale.

Del resto, la tardiva apertura della Causa aveva compromesso l’acquisizione di testimonianze oculari preziose, così come aveva comportato una certa dispersione del materiale documentario, per il quale si richiedeva un’accorta ricerca. Tra il 2008 e il 2015 vennero quindi acquisite agli atti anche le deposizioni extraprocessuali di altri 21 testimoni, con particolare riferimento al periodo del pontificato e alla morte di Giovanni Paolo I, dei quali un’importanza del tutto eccezionale riveste la testimonianza di Benedetto XVI per il suo finora unicum storico, in quanto è la prima volta che un Papa emette una testimonianza de visu su un altro Papa. Oltre alla redazione degli atti rituali, alla luce delle nuove acquisizioni documentali – sulla base di una omnino plena investigazione archivistica, che ha interessato più di settanta archivi in trenta diverse località, innanzitutto gli archivi istituzionali conservati nelle sedi dove si stanziò Luciani da Belluno al Vaticano – notevole impegno è stato inoltre profuso nel reperimento e nella trascrizione critica di testi finora inediti e nell’inventariazione di tutte le pubblicazioni firmate o attribuite ad Albino Luciani.

Il 16 ottobre 2015 il vescovo di Belluno-Feltre nominò come nuovo postulatore della causa il cardinale Beniamino Stella, originario della diocesi vittoriese, che a suo tempo proprio Albino Luciani aveva avviato alla Pontificia Accademia ecclesiastica. Il 17 ottobre 2016, con la consegna della Positio in Congregazione, composta in cinque volumi per oltre tremilaseicento pagine complessive si è concluso il lavoro scientifico e redazionale durato otto anni e si è così avviato l’esame di giudizio conclusivo da parte degli organi giudicanti della Congregazione che, secondo la prassi, sono chiamati a esprimersi con voto in due sessioni di esami: quella del Congresso dei consultori teologi e quella ordinaria dei cardinali e vescovi. Il Congresso dei teologi ha espresso il suo voto positivo unanime il 1°giugno 2017 e lo stesso responso ha dato la Sessione ordinaria dei cardinali e vescovi il 3 novembre 2017, l’8 novembre papa Francesco ha reso pubblico il decreto sulle virtù. Alla fine di novembre di quello stesso anno si era conclusa anche l’Inchiesta diocesana istruita nel 2016 nella diocesi argentina di Buenos Aires per un caso di presunta guarigione straordinaria avvenuta per intercessione di papa Luciani nel 2011 a favore di una bambina affetta da una grave forma di encefalopatia.

Giunto in fase romana, il caso è stato portato alla discussione della Consulta medica il 31 ottobre 2019 che ha stabilito all’unanimità essersi trattato di una guarigione scientificamente inspiegabile. Il 6 maggio 2021 anche il Congresso dei teologi ha espresso positivamente il suo giudizio. L’ultimo voto, quello della Sessione dei cardinali e dei vescovi, con il quale si chiuderà l’iter giudiziale del processo “super miro” è previsto per il prossimo ottobre. Una volta riconosciuto e sancito con decreto papale il miracolo non resta che fissare la data della beatificazione.

Un pontificato che durò 33 giorni

Albino Luciani nacque il 17 ottobre 1912. Sacerdote dal 7 luglio 1935, il 15 dicembre 1958 fu nominato vescovo di Vittorio Veneto ricevendo l’ordinazione episcopale il 27 dicembre. Patriarca di Venezia dal 15 dicembre 1969, creato cardinale nel 1973 fu eletto Papa il 26 agosto 1978. Morì 33 giorni dopo, il 28 settembre.