Gv 17,3. Se è vero che “la vita eterna è conoscere il Padre, solo vero Dio e colui che egli ha mandato, Gesù Cristo, suo Figlio”, è anche tanto vero che questo Conoscere Cristo o è un fenomeno di vita eterna (santità) oppure rimane un formale nozionismo che non cambia la vita. Identità del cristiano: essere in Cristo e Lui in noi (in Paolo ricorre 180 volte). Cioè vivere Cristo “…diventato per noi redenzione, sapienza, santificazione, giustificazione” (1Cor 1,30), rimanendo nel suo amore.
E’ Cristo Via, Verità e Vita la vera immagine di Dio: per questo è “autore e perfezionatore della nostra fede e dobbiamo fissare il nostro sguardo su di Lui” (Eb 12,2). Nessun progetto vale se non acquista l’immagine di Cristo: in tutti i nostri progetti la sapienza di Cristo deve manifestarsi, altrimenti non potremo risultare ministri fedeli di Cristo Buon Pastore.
Fede autentica= aderire a Cristo (“pietra scartata, ma angolare e viva”: 1Pt 2,4-5): cioè impiantare nel cuore la sua sapienza, lasciando da parte le proprie vedute, secondo l’esperienza di Paolo (Fil 3,7-14; Ga 6,14-17)
Non si passa dal naturale al soprannaturale in modo spontaneo e a basso prezzo. Cristo ci ha salvati a caro prezzo. L’uomo non è libero: è peccatore. L’uomo diventa libero non per natura, ma per grazia soprannaturale. L’uomo può diventare libero, facendo abitare Cristo nel suo cuore per fede, configurandosi pienamente in Lui… Bisogna entrare in un “parto”, bisogna essere generati e accettare le vie misteriose di Dio: siamo sempre tentati (anche noi religiosi) di risultare cristiani e ministri di Cristo senza morire e risorgere, senza entrare in questa dinamica. Se pensiamo che basti solo qualche ritocco morale nella nostra vita per essere fedeli alla missione e per vivere bene LA PREGHIERA DEL PATTO, siamo proprio fuori strada, come scriveva Paolo ai Galati. Perché per sperimentare la comunione profonda con Cristo bisogna entrare e rimanere nella dinamica del suo mistero pasquale (Gv 12; Eb 12,1-13).
Cristo amandoci e chiamandoci a stare con Lui e a svolgere l’apostolato, non ci ha mai offerto e promesso che, grazie all’appartenenza a Lui avremo delle possibilità, dei privilegi che ci renderanno famosi, importanti, riveriti, applauditi…Semmai ci ha promesso il contrario e dato che ci vuole bene, ci toglie certi idoli e privilegi che appesantiscono la nostra vita e ci impediscono di realizzarci davvero come desidera e come nel più profondo aspiriamo anche noi: raggiungere la vera felicità e realizzazione che dura che è degna del vero uomo dei veri figli di Dio…
Purtroppo, sedotti e influenzati dalla cultura di oggi che punta all’apparenza, alle comodità (la nostra sensibilità purtroppo è troppo viva e si è acutizzata: per questo nervosi, esigenti, lamentosi, aggressivi…) con il pretesto della visibilità, si rifiuta la piccolezza, la fatica, la semplicità, il sacrificio…