Nel centenario della nascita di padre Gabriele Amorth (1925-2025), un ricordo personale e commosso del più noto esorcista della Chiesa cattolica, sacerdote paolino e devoto mariano. Testimone ardente della fede, instancabile nella lotta contro il maligno, rimane ancora oggi per molti una “lampada che arde e risplende”
Ė ben noto infatti l’impegno profuso, con estrema umiltà, nel suo ministero di esorcista che considerava un “completamento” del suo sacerdozio e che ereditò dal suo grande maestro padre Candido Amantini, l’esorcista della Scala Santa, dimostrando ben presto di essere alla sua altezza, da vero “combattente”, indomito e instancabile, nella strenua lotta contro il maligno. Ho avuto il privilegio di diventare suo ausiliare e assisterlo nelle preghiere di esorcismo, insieme ad altri suoi collaboratori, e posso assicurarvi che padre Gabriele non si lasciava di certo intimorire dal demonio, ben consapevole che, chi è unito a Cristo, non ha paura di nulla. Non perdeva occasione, infatti, di affermare che satana è potente, ma Dio è onnipotente! Nelle sue predicazioni, infervorato dallo Spirito Santo, ci ha insegnato che la “buona battaglia” si affronta a testa alta, nella verità, imparando a perdonare, a benedire, a pregare e a fortificarci nella fede attraverso il dono dei sacramenti, per sperimentare pienamente la bellezza e la ricchezza di una vita di grazia.
Nelle sue parole non mancava mai di dedicare un pensiero affettuoso alla Vergine Maria, verso la quale nutriva un amore filiale e una venerazione speciale. Lui, che era stato consacrato al Suo Cuore Immacolato ancora prima di nascere e, che aveva ricevuto protezione e grazie straordinarie dalla Mamma Celeste durante tutta la sua vita, invitava tutti a consacrarsi a Lei, a rifugiarsi sotto il Suo Manto e a pregare con devozione il Santo Rosario, un’ ”arma infallibile” per difenderci dalle insidie del tentatore. Sono convinto che i suoi ammaestramenti riecheggino ancora nella memoria di coloro che hanno gremito le chiese per ascoltare le sue catechesi, hanno seguito le sue interviste e i suoi interventi radiofonici e hanno letto i suoi libri e i suoi articoli, ma soprattutto rimane indelebile la sua testimonianza per tanti smarriti di cuore che hanno ritrovato conforto e coraggio nel loro cammino di fede e di conversione. Non posso negare che, dal 16 settembre 2016, giorno della sua dipartita, la sua mancanza si faccia sentire ma, per noi che ci siamo ”rallegrati alla sua luce”, rimane una “lampada che arde e risplende”(Gv 5,35).