Diffuso il comunicato finale dell’81ª Assemblea generale dei vescovi italiani. Il grazie a Leone XIV per il sostegno al cammino della Chiesa della Penisola. L’avvio della riforma degli Uffici
«Un clima di viva cordialità e ascolto attento», così il comunicato finale dell’81ª Assemblea generale dei vescovi italiani definisce l’incontro che la Cei ha avuto con Leone XIV il 20 novembre nella Basilica di Santa Maria degli Angeli ad Assisi., ricordando che il Papa «ha offerto indicazioni concrete» per il cammino dei prossimi anni. Il comunicato finale ha quindi ripercorso i temi affrontati sia nella Introduzione del presidente, il cardinale Matteo Zuppi, sia nella discussione in assemblea. Ne sono stati evidenziati cinque.
Collegialità e sinodalità. «I vescovi si sono concentrati sulla dimensione della sinodalità, intesa come forma ordinaria della vita della Chiesa. La crisi contemporanea è stata letta non solo come frutto dell’indifferenza esterna, ma anche come rischio di “insignificanza” interna, da superare attraverso la gioia della fede, una testimonianza più libera e coraggiosa e una rinnovata capacità di annuncio». Ecco allora «la necessità di una Chiesa coraggiosa e missionaria, che non teme i cambiamenti, che sa valorizzare il protagonismo dei laici e puntare sulla comunità come risposta alla solitudine diffusa». Nel dibattito è stata sottolineata anche «l’importanza di una pastorale d’ambiente che possa abitare con creatività e competenza scuola, università, sanità, lavoro, sport, cultura; della formazione di sacerdoti chiamati, come ha recentemente ricordato papa Leone XIV, ad essere “vicini al gregge”, donando “tempo ed energie per tutti, senza risparmiarsi, senza fare differenze”; del ruolo degli Organismi di partecipazione, che sono spesso indeboliti da logiche burocratiche o assemblearismi impropri, mentre dovrebbero rappresentare laboratori vivi di corresponsabilità e comunione».
Lo stile sinodale. «I vescovi hanno approvato, a larga maggioranza, una mozione con cui vengono delineati i passi successivi alla terza Assemblea sinodale. Esprimendo gratitudine a quanti hanno partecipato al percorso compiuto, è stata deliberata la ricezione del Documento di sintesi “Lievito di pace e di speranza”, con i suoi orientamenti e le sue proposte, “considerandoli alla luce delle priorità pastorali” emerse nell’Assemblea della Cei». Concluso il percorso e sciolti «tutti gli organismi sinodali finora operativi», ora il tutto passa a un gruppo di vescovi con «il compito di indicare percorsi di studio e approfondimento per il discernimento degli orientamenti e delle proposte del Documento di sintesi, in particolare quelli rivolti alla Cei». La «ricchezza delle riflessioni che ha permeato le giornate di Assemblea, culminate con l’approvazione della mozione, hanno di fatto già indicato alcune prospettive di lavoro: la fede vissuta, testimoniata e celebrata; la comunità; l’impegno sociale e caritativo».
A servizio della pace. «Accogliendo l’invito di papa Leone che, nell’udienza concessa ai vescovi della Cei lo scorso 17 giugno, aveva incoraggiato ogni comunità a diventare “una ‘casa della pace’, dove si impara a disinnescare l’ostilità attraverso il dialogo, dove si pratica la giustizia e si custodisce il perdono”, l’Assemblea ha approvato il Documento “Educare ad una pace disarmata e disarmante”. Il testo, che verrà diffuso nei prossimi giorni, si presenta articolato in tre parti, che risulteranno utili per la catechesi e l’approfondimento, secondo il metodo del “vedere-giudicare-agire”». Sempre sul versante educativo «i vescovi hanno approvato il Documento “L’insegnamento della religione cattolica: laboratorio di cultura e dialogo”. Il testo evidenzia e rilancia tale disciplina come contributo prezioso della Chiesa alla comunità scolastica e alla crescita di una sempre più ampia alleanza educativa».
Tutela dei minori. Ricordato l’intervento di monsignor Thibault Verny e monsignor Luis Manuel Alì Herrera, rispettivamente presidente e segretario della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, durante i lavori «è stato ribadito che la Chiesa italiana ha intrapreso un importante cammino sul versante del contrasto agli abusi e della cultura della prevenzione attraverso la creazione di una rete di servizi a livello nazionale, regionale e diocesano per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili che ha visto un continuo incremento di attività formative e di coinvolgimento. Per le vittime e i sopravvissuti agli abusi si è pregato il 18 novembre, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli».
La carità, nucleo della missione. Il dibattito ha evidenziato che «non si può infatti ridurre la carità a mera filantropia: la gratuità, la preghiera e la vita sacramentale restano la sorgente da cui scaturisce l’impegno verso i più fragili, in una dinamica che unisce la parola, l’Eucaristia e l’incontro con i poveri. In quest’ottica, l’iniziazione cristiana alla carità, la formazione degli operatori, la qualità degli ambienti di accoglienza e la cura del vissuto ecclesiale che accompagna ogni gesto di prossimità – è stato evidenziato – diventano elementi decisivi».
La riforma della Segreteria generale della Cei. Il Consiglio episcopale permanente «ha approvato ad experimentum per un anno, a partire dal gennaio 2026, la riforma degli Uffici e dei Servizi della Segreteria Generale. Parte, dunque, un processo imperniato su tre “principi ispiratori”: sinodalità, per uno stile di lavoro più partecipato; missionarietà, per un’azione più decisamente destinata all’annuncio del Vangelo; diaconia, per un più chiaro riferimento al servizio al ministero episcopale e alla vita delle diocesi» Il comunicato finale specifica che «in questa prima fase di sperimentazione verranno, pertanto, create due Aree pastorali dedicate rispettivamente all’Annuncio e alla celebrazione della fede e alla Testimonianza della vita cristiana, dove convergeranno Uffici e Servizi tuttora esistenti tenendo conto degli specifici ambiti di competenza. Al termine del 2026 il processo di riforma proseguirà secondo quegli adattamenti che saranno emersi nella fase sperimentale».