Senza Cristo la fratellanza è utopia. Soltanto Cristo può scendere nelle profondità primordiali dell’uomo per colmare le onde, controllare le energie e trasformarle in amore. Il successo della fraternità dipende dal fatto che Dio sia il motivo dei comportamenti fraterni.

Articoli home page

Senza l’esperienza di comunione mistica, vitale, apostolica con il Signore, dalle profondità dell’inconscio affiorano in superficie energie non redente, figlie della carne; orgoglio, vanità, invidia, odio, risentimenti, rancore, vendetta, desiderio di possedere persone e cose, egoismo, arroganza, paura, timidezza, angoscia, aggressività.

Comunità di fede e comunità evangelica significa che i fratelli si sforzano affinchè i sentimenti, le reazioni e gli atteggiamenti siano il motivo ispiratore dei loro comportamenti nella convivenza di ogni giorno.

Se nelle fatiche dell’apostolato e della vita fraterna Cristo non è vivo e presente nel cuore dei fratelli, allora nascono i conflitti intimi e le frustrazioni. Sorgono anche quelle delle ansietà che aprono le porte alla nevrosi. La presenza di Gesù ci fa vivere attenti.

Senza Cristo, senza andare a Lui, capita di sperimentare un’ingente quantità di violenze compensative. I soggetti irrealizzati sono esseri frustati. I frustati sono negativi. E i negativi hanno bisogno di distruggere.

Con Cristo accetta liberamente  il fatto di non essere accetto a tutti. Accetta il fatto che occorrono grandi sforzi per ottenere solo piccoli risultati e che il cammino verso la perfezione sia sempre lento e faticoso….

L’affinità psichica consiste nel fatto che due persone hanno gli stessi armonici:.. nella fraternità invece, la radice dell’amore e la fede. La fraternità evangelica è una comunità di fede, riunita solla la Parola.

Per la maggior parte di noi, amare evangelicamente significa vivere sorvegliando le nostre reazioni naturali e superando i sentimenti con la sapienza del vangelo e della fede.

Senza Cristo, senza andare a Lui, siamo stanchi, stressati, cioè invadenti non rispettosi e pazienti verso gli altri.

Adattarsi è relazionare con gli altri, senza dominare e lasciarsi dominare. La nostra disgrazia è questa: invece di adattarsi, l’essere umano tende ad adattare tutte le cose a se stesso, mediante la razionalizzazione. Se non facciamo una severa autocritica… se le contingenze ambientali non ci obbligano, noi non cambiamo ne noviziato, ne mai. Adatteremo anche lo stesso Dio e l’apostolato al nostro temperamento e alla nostra sensibilità che non potrà mai essere oggettiva e tanto meno…

Di sicuro l’adattamento è il problema più scottante tra le relazioni interpersonali. Adattarsi significa evitare collisioni, cioè armonizzare e trasfigurare il nostro temperamento e la nostra sensibilità…

Di fronte all’adattamento c’è il rischio dell’evasione…

Comprendere è la terza maniera di perdonare. Molto spesso penso che, se fossimo in grado di comprendere, non avremmo bisogno di perdonare…

Amare è accogliere. Io faccio spazio dentro di me perché l’altro possa occuparlo. Accogliere è permettere all’altro di entrare nel mio recinto interiore