Si risulta preti secondo lo stile di Aronne e non secondo la sapienza della Croce di Cristo, quando:

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  • Quando ti senti garantito, sicuro, presuntuoso;
  • Quando sei sistemato e vivi come tale, non condividendo più la precarietà ormai generazionale. E questo vale soprattutto per i preti giovani, subito «sistemati» dopo poche settimane… Che differenza rispetto ai loro coetanei, precari, assunti di sei mesi in sei mesi, con la costante trepidazione, sempre ricattabili e sfruttati…!
  • Quando giudici con facilità, proprio perché tu sei sicuro, tu sai tutto, tu hai in mano il potere. E diventi senza accorgerti «capriccioso», cioè difendi te stesso e non la tua gente.
  • Quando fai dal tuo essere prete un «vanto», una conquista, una tua sicurezza. E la manifesti anche nella ricercatezza del tuo vestire o nella cura eccessiva della tua casa o nella passione con cui scegli la macchina vistosa e lo dimostri
  • Quando ami il lusso. Non la cura della bellezza… perché questa cura è doverosa. Il bello è nel cuore di Dio. Ma non il lusso. Che è presunzione e affermazione di se stessi.
  • Quando ragioni secondo la logica meritocratica. Il merito c’è e resta. Dio stesso lo rispetta. Ma Dio non ragiona secondo la logica del merito ma secondo il suo cuore (cfr. Mt 20,1-16, nella paradossale parabola degli operai chiamati in orari diversi ma pagati allo stesso modo!). La pioggia e la neve non hanno prezzo. Non sono meritati. Ma sono donati, gratuitamente, a tutti.
  • Quando offri solo delle cose, un pezzetto di tempo, uno scampolo di vita. Cioè solo l’esterno della tua vita, le formalità, l’esteriorità, per apparire e non per essere.
  • Quando sei rigido negli orari con la gente, nel confessionale o nell’ufficio parrocchiale.
  • Quando calcoli troppo. Valuti bene ogni tuo interesse. Sai bene quando sei certo di avere risposte popolari. E solo allora ti butti, se vale la pena fare quella cosa, perché ne avrai lode e gloria. E allora ti butti a pesce!
  • Quando la misura diviene purtroppo la tua legge. E non la gratuità.
  • Sono dieci piccole osservazioni, forse utili per un serio esame di coscienza. Per verificare che tipo di prete sono, non tanto nelle cose esterne, non nell’aspetto organizzativo. Ma nel mio cuore. Per sapere con che cuore sto amando!