BASSETTI: «RIDURRE LE DISUGUAGLIANZE. IL SINODO? OCCASIONE PER CAMMINARE INSIEME»

Articoli home page

Dal referendum sull’eutanasia alla lotta al covid, il Consiglio permanente affronta i nodi più urgenti della vita del nostro Paese e della Chiesa

Elezioni, referendum, cammino sinodale, ripresa economica e lotta al Covid. Il cardinale Gualtiero Bassetti apre il Consiglio permanente della Cei mettendo a fuoco i nodi più urgenti che la Chiesa è chiamata ad affrontare. In attesa di entrare, a ottobre, nel vivo dell’impegno del Sinodo i vescovi italiani sono coscienti che si tratterò di «avviare processi di rinnovamento e disegnare orizzonti di speranza in un tempo ancora intriso d’incertezza e paura».

Paure causate dall’incertezza economica, da una pandemia non ancora conclusa, dai problemi ambientali. Il presidente della Cei guarda a tutto campo: il prossimo appuntamento elettorale e la campagna vaccinale, «che è un atto d’amore» da continuare e che salva le persone più fragili. Basetti parla dei diritti dei lavoratori, da salvaguardare, dei posti di lavoro che mancano e delle tante ferite causate dalla pandemia. «Il nuovo Rapporto Caritas su povertà ed esclusione sociale conferma che quasi uno su tre dei nuovi poveri del 2020 si è rivolto ai Centri Caritas anche nel corso del 2021. Una rilevazione dal significato ambivalente: da una parte, può essere indice dei primi effetti positivi della ripresa; dall’altra, mostra che ancora non si è tornati ai livelli pre-crisi in cui la povertà era, comunque, un’emergenza sociale. È dunque fondamentale che i benefici della crescita economica siano distribuiti in modo da ridurre – e non accrescere – le disuguaglianze che si sono approfondite a causa della pandemia». Il cardinale chiede di non perdere «l’occasione storica di attribuire al nuovo assegno unico per i figli una dotazione finanziaria adeguata al compito strategico che questa misura è chiamata a svolgere» per scaldarsi «dal freddo dell’inverno demografico». Teme la «prospettiva di un referendum per depenalizzare l’omicidio del consenziente» e ribadisce che «non vi è espressione di compassione nell’aiutare a morire, ma il prevalere di una concezione antropologica e nichilista in cui non trovano più spazio né la speranza né le relazioni interpersonali». A prescindere dalle motivazioni di chi ha firmato per il referendum, è la posizione della Cei, «la richiesta referendaria propone una soluzione che rappresenta una sconfitta dell’umano. Chi soffre va accompagnato e aiutato a ritrovare ragioni di vita; occorre chiedere l’applicazione della legge sulle cure palliative e la terapia del dolore».

Guardando fuori da casa nostra il cardinale porta l’attenzione sull’Afghanistan «già scomparso dalle prime pagine dei mass media» e ribadisce «l’appello alla Comunità internazionale perché si faccia garante della pace e della dignità umana. A chi detiene il potere oggi a Kabul chiediamo senso di responsabilità, rispetto della persona umana e impegno a garantire l’accesso degli aiuti umanitari necessari a soccorrere la popolazione bisognosa. Rivolgiamo ancora una volta un pensiero fraterno alle comunità cristiane dell’area, assicurando la sollecitudine della Chiesa che è in Italia a partecipare ai programmi di sostegno in loco e di eventuale accoglienza dei profughi in accordo con le Istituzioni nazionali».

E torna a parlare di dialogo, di «convivenza pacifica tra le nazioni, le culture e le religioni» secondo la prospettiva che si era affrontata a Bari, nel 2020, e secondo la quale «il bacino del Mediterraneo può assumere un ruolo concreto e al contempo simbolico di avvicinamento e di reciproco supporto tra l’Europa, l’Africa e il Medio Oriente, per una pace che torni a germinare a partire da quella che per secoli ha costituito “la culla dell’umanità”». Un incontro, quello di Bari, che si ripeterà a Firenze nei primi mesi del 2022.

Infine il Cammino sinodale. «La parola Cammino», ricorda Bassetti, «rimanda alla dimensione pellegrinante della Chiesa nella storia. È la “Chiesa in uscita”, cui ci richiama Papa Francesco e che in Evangelii Gaudium descrive come “la comunità di discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano”». Ma a questo cammino, che è un pellegrinaggio, si aggiunge la parola sinodale, cioè insieme. Il cardinale richiama al «vivere insieme, come stile, forma e coralità di ogni soggetto ecclesiale. Con pazienza e, soprattutto, con umiltà! È qui che noi desideriamo collocarci e il Papa c’incoraggia in questo, chiedendo il coinvolgimento di ciascuno. È questo il Cammino che vogliamo compiere in modo sinodale, in ascolto delle “gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono”».