Come conservare le ceneri dei defunti, nota del Dicastero

Articoli home page
Il Dicastero della dottrina della fede ha diffuso una nota sulla conservazione delle ceneri, rispondendo a due quesiti presentati dal cardinale Zuppi
Nessuna dispersione delle ceneri, ma conservazione, preferibilmente, presso un luogo sacro. È una delle risposte che il Dicastero della dottrina della fede ha dato in una nota dopo la presentazione nell’ottobre scorso di una lettera di chiarimento da parte dell’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi.

Due quesiti che nascono dalla constatazione dell’aumento del ricorso alla cremazione dei defunti soprattutto nelle grandi città. Un aumento dettato spesso anche da motivazioni economiche (i costi complessivi potrebbero essere più bassi rispetto all’inumazione del defunto), ma anche dal crescente desiderio dei parenti di disperdere le ceneri del proprio caro in luoghi per lui significativi, a volte su espressa richiesta del defunto stesso.

Il quesito del cardinale Zuppi aggiungeva la richiesta di chiarificazioni sulla possibilità eventuale di “conservazione cumulativa commista delle ceneri”, conservandone comunque i dati anagrafici dei defunti stessi. Uno scenario che potrebbe verificarsi allo scadere delle licenze cimiteriali per la conservazione delle ceneri e l’eventuale assenza di parenti che ne chiediano al conservazione. In questo caso la nota firmata dal prefetto del Dicastero della dottrina della fede, il cardinale Victor Manuel Fernandez, precisa che “è possibile predisporre un luogo sacro, definito e permanente per l’accumulo commisto e la conservazione delle ceneri dei battezzati defunti, indicando per ciascuno i dati anagrafici per non disperderne la memoria nominale”. Al di là dell’indicazione canonica restano comunque le leggi dello Stato, che in Italia, ad esempio, vieta la possibilità di unire le ceneri di diversi defunti ipotizzando il reato di vilipendio di cadavere (che è esteso anche all eceneri stesse). Insomma il Dicastero ha voluto offrire “un punto di vista teologico” alla questione.

Il secondo quesito posto dall’arcivescovo di Bologna riguardava la possibilità per la famglia di trattenere in un luogo significativo una parte delle ceneri del proprio defunto. Su questo punto la nota (approvata da papa Francesco lo scorso 9 dicembre), ribadendo la conservazione delle ceneri in un luogo sacro, sottolinea che “l’autorità ecclesiastica, nel rispetto delle vigenti norme civili, può prendere in considerazione e valutare la richiesta da parte di una famiglia di conservare debitamente una minima parte delle ceneri di un loro congiunto in un luogo significativo per la storia del defunto”. Anche in questo caso occorre verificare le leggi dello Stato consentono questo atto.