Con Maria “lungo la strada” della fede e della croce.A una lettura attenta troviamo anche nel Vangelo di Marco il cammino di fede che ha caratterizzato Maria, la Madre di Gesù.    

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A prima vista sembrano inesistenti, nel Vangelo secondo Marco, i riferimenti mariani che caratterizzano il racconto degli altri evangelisti. Pensiamo solamente ai cosiddetti “vangeli dell’infanzia di Gesù”, racchiusi nei capitoli 1-2 del Vangelo secondo Matteo e secondo Luca, dove la figura di Maria é centrale. Oppure pensiamo al ruolo particolare di Maria – la “Donna” – nel racconto delle nozze di Cana (Gv 2,1-12) e ai piedi della Croce di Gesù (Gv 19,25-27), come appare nel “vangelo spirituale”, quello secondo Giovanni.

A una lettura più attenta, però, troviamo anche nel Vangelo secondo Marco il cammino di fede che ha caratterizzato la stessa Madre di Gesù, che Marco non ha esitato a collocare “lungo la strada” del compimento della volontà di Dio, percorsa dal Figlio Gesù e dai discepoli.

Un testo non solo narrativo

È quanto possiamo scoprire nell’episodio narrato in Marco 3,20-21.31-35:

«Gesù entrò in una casa e si radunò di nuovo attorno a lui molta folla, al punto che non potevano neppure prendere cibo. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo, poiché dicevano: “È fuori di sé”… Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare.

Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: “Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano”. Ma egli rispose loro: – “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?”. Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: “Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre”».

Questo breve testo che, a una lettura frettolosa, sembra un comune testo narrativo come tanti nel Vangelo secondo Marco, rivela invece un significato più profondo, che l’evangelista ci invita a cogliere in alcune parole chiave: entrare (“Gesù entrò in una casa”), stare fuori (“sua madre e i suoi fratelli, stando fuori, lo mandarono a chiamare”), essere seduti (“tutto attorno la folla era seduta”),volgere lo sguardo (“girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno”), compiere la volontà di Dio (“chi compie la volontà di Dio, costui é mio fratello, sorella e madre”).

Una fuorviante comprensione della missione di Gesù

Nella storia dell’interpretazione dei Vangeli, questo testo è stato letto impropriamente in chiave antimariana, perché la figura di Maria sembrerebbe coinvolta in una comprensione della missione di Gesù limitata al solo orizzonte terreno. Infatti il brano rivela la preoccupazione del parentado di Gesùnei confronti del suo modo di relazionarsi verso le autorità religiose (da lui fortemente contestate) e verso la folla che lo seguiva (a motivo delle esigenti richieste della sua sequela).

Il comportamento di Gesù, che contesta apertamente le autorità religiose e il loro modo di interpretare il Sabato (vedi Mc 2,27: “Il Sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il Sabato”) e che insegna alle folle uno stile di vita che scuote la loro abitudinarietà e indifferenza (“rinnegare se stessi”, “prendere la croce”, “servire e non farsi servire”), diventa motivo di preoccupazione per i parenti. Essi hanno saputo che un simile comportamento ha provocato reazioni violente contro di lui (vedi Mc 3,6: “I farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire”) e ha intaccato la sua reputazione (e, di conseguenza, anche la loro), poiché circolava la voce che Gesù era “fuori di sé” (Mc 3,21).

Essi infatti non avevano esitato a fare calcoli umani sul successo del loro parente Gesù e volevano sfruttare a proprio vantaggio l’entusiasmo messianico che lo circondava (la madre dei figli di Zebedeo non ebbe alcuno scrupolo a chiedere due posti di prestigio per i figli Giacomo e Giovanni: “di’ che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno”, vedi Mt 20,17-28).

Entrare nella volontà di Dio e stare fuori dalla volontà di Dio

Il “cuore” del brano su cui stiamo riflettendo è perciò questo: Gesù ha coscienza che il suo messianesimo è quello che viene caratterizzato dal camminare “lungo la strada” che lo porta alla Croce in piena e sofferta fedeltà alla volontà del Padre. I parenti pensano invece che il messianesimo di Gesù sia caratterizzato dai miracoli e dal prestigio, di cui essi stessi sarebbero stati i primi beneficiari.

Gesù è “entrato” nella volontà del Padre. I parenti invece sono ancora “fuori” da questa volontà e non hanno ancora intrapreso a “camminare” con Gesù “lungo questa strada”.

Questo brano perciò delinea il cammino esemplare di fede di Gesù e documenta la difficoltà dei parenti nell’aprirsi a questa stessa fede. Non deve stupire se anche a Maria viene attribuita questa difficoltà: anche lei – come dice l’enciclica Redemptoris Mater (nn. 2 e 6) ancor prima la Costituzione conciliare Lumen gentium (n. 58) – ha compiuto il lento e difficile cammino della fede, percorrendolo totalmente ed esemplarmente fin sotto la croce.

Gesù “entra” nella casa per insegnare perché è “entrato” nella volontà del Padre e nel suo progetto di salvezza, e può così educare/insegnare alle folle e ai discepoli ad “entrare” essi pure in questo progetto. I parenti sono “fuori” (“fuori” dall’insegnamento e dalla esemplarità di Gesù ) perché non sono ancora “entrati” nella volontà del Padre, nel progetto di salvezza che Dio ha pensato di realizzare attraverso la croce e non attraverso il successo umano dei miracoli compiuti da Gesù.

Quelli di fuori non possono comprendere il mistero di Dio…

A “quelli di fuori”, come dice Gesù spiegando la parabola del seminatore (che nel Vangelo secondo Marco è inserita subito dopo questo testo) è impossibile cogliere il mistero della sua persona e della sua croce, proprio perché essi non sono “entrati” nell’orizzonte della volontà di Dio: “A voi è stato confidato il mistero del Regno di Dio, a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole, perché guardino, ma non vedano, ascoltino, ma non intendano, perché non si convertano e venga loro perdonato” (Mc 4,11). Anch’essi, come i parenti di Gesù, devono “convertirsi” alla volontà di Dio e intraprendere il cammino di fede compiuto dalla Vergine Maria.

“Stare seduti”, immagine biblica del discepolo

“Tutto attorno la folla era seduta”: il verbo “stare seduto” è nella Bibbia il termine tecnico per indicare il discepolo, che “sta seduto ai piedi” del maestro. Nel libro degli Atti degli Apostoli, Paolo dice di essere stato “discepolo” di Gamaliele ricorrendo proprio a questo verbo: “Io sono un Giudeo, nato a Tarso… formato stando ai piedi di Gamaliele” (At 22,3, che le nostre traduzioni rendono con “formato alla scuola di Gamaliele”). Nel Vangelo secondo Luca, Maria (la sorella di Marta) è presentata “seduta ai piedi di Gesù”, nell’atteggiamento del discepolo che ascolta e custodisce la parola del Maestro (vedi Lc 10,39).

La folla, presentata nell’atteggiamento caratteristico del discepolo che ascolta e si lascia condurre da Gesù nella volontà del Padre è, perciò, superiore alla stessa parentela di Gesù. I parenti dovranno essi pure diventare discepoli di Gesù, per acquisire questo nuovo tipo di parentela interiore, che per Gesù è quella vera: “Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre” (espressione questa, che vuole suggerire un vincolo più stretto e più impegnativo della sola parentela naturale. Gesù, come rivela il termine “madre” riferito a quelli che lo attorniano, un termine “forte” che sorprende accanto a “fratello” e “sorella”, termini più comuni e per noi più comprensibili).

La centralità di Gesù nel cammino della fede e della croce

La centralità di Gesù e la sua esemplarità nel compimento della volontà del Padre emergono da questa espressione che Marco riferisce a Gesù: “Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno” (vedi Mc 3,34). Il verbo “volgere /girare lo sguardo” (in greco periblèpomaí) è usato solamente dall’evangelista Marco (5 volte, mentre appare solo una volta in Luca 6,10 nel contesto di un miracolo di guarigione). È il verbo che sottolinea l’autorevolezza di Gesù nel suo insegnamento alla folla e ai discepoli. È Gesù il centro dell’ascolto. Tutti gli altri vengono chiamati a convergere questo centro. Con questo verbo Gesù guida i suoi interlocutori ad entrare nella realtà più profonda di quanto egli sta per dire (cioè la vera parentela che egli desidera avere con loro e a cui vuole formarli). Li guida perciò al “cuore” del suo insegnamento, come avveniva nella letteratura sapienziale della Bibbia, dove la Sapienza si rivela come il padre che introduce il figlio alla verità della vita e come il Maestro che guida il discepolo a comprendere la profondità del suo essere.

Maria “madre” per natura, discepola per fede

Questo brano è perciò un richiamo a collocarci tutti “ai piedi di Gesù”, a diventare cioè suoi discepoli. Nessuno può derogare da questa regola evangelica (come pensavano i parenti di Gesù). Maria stessa è stata la prima discepola di Gesù, perché ogni giorno ha cercato di “entrare” nella volontà di Dio, che le era stata manifestata nell’annunciazione, ma che lei avrebbe dovuto scoprire “ai piedi di Gesù”, “lungo la strada” del difficile e oscuro cammino della fede e della croce.

La “crisi di fede”, cui sembra alludere questo nostro brano, non depone a sfavore di Maria (come ritengono i sostenitori di una lettura antimariana di questo testo di Marco), ma ci illumina sul suo cammino di fede (esso pure non esente da oscurità e difficoltà, come il nostro) e sulla “purificazione” interiore della sua parentela con Gesù: dalla maternità fisica, Maria è giunta alla maternità del cuore; da madre per natura, Maria è diventata discepola per fede. Anche lei, come i discepoli, si è posta alla sequela di Gesù e ha camminato “lungo la strada” del compimento della volontà del Padre, preceduta dall’esempio di Gesù. Giustamente S. Agostino ha scritto che Maria “ha concepito Gesù nel cuore prima che nel proprio grembo”. Questa parentela interiore e spirituale con Gesù è possibile anche al discepolo che “entra” ogni giorno nella volontà, di Dio e non ne rimane “fuori”.

Primo Gironi