«IL DIAVOLO AGISCE NELLA REALTÀ DI TUTTI I GIORNI E IL PRIMO SEGNO È LA PERVERSIONE DEL LINGUAGGIO»

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La relazione dello psichiatra ed esorcista padre Raffaele Talmelli al Corso su “Esorcismo e preghiera di liberazione”: «L’Anticristo, contrapponendosi alla Parola, al Logos, utilizza una antilingua: la manipolazione del linguaggio a fini ideologici con parole e significati deformati in modo da non far comprendere il reale contenuto di male veicolato da tali espressioni»

Pubblichiamo, per gentile concessione dell’Autore, ampi stralci dell’intervento sulla Possessione diabolica tenuto dallo psichiatra ed esorcista padre Raffaele Talmelli al XV Corso su Esorcismo e preghiera di liberazione (nella foto in alto, l’apertura dei lavori) organizzato dal GRIS che si è svolto all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma dal 25 al 30 ottobre scorso.

Il vocabolario della lingua italiana spiega che con la parola soggezione si intende uno «stato passivo di completa dipendenza o sottomissione».In questo incontro vorrei contribuire alla riflessione fornendo alcune chiavi di lettura alla luce degli insegnamenti del Magistero, almeno nella recezione che di essi ho potuto avere in tanti anni di ministero. È innanzitutto importante definire il campo della nostra riflessione attenendoci a quanto ci è insegnato dal Rito degli esorcismi attualmente in uso: «Sarebbe da stolti prestare tanta attenzione all’eventuale presenza del Maligno in alcuni fenomeni insoliti e non preoccuparsi affatto della realtà quotidiana della tentazione e del peccato, in cui Satana, ‘omicida fin da principio’ e ‘padre della menzogna’, è sicuramente all’opera».

Risulta chiaro quindi che l’azione del maligno non è affatto rara, è parte della nostra realtà quotidiana. Lo scatenamento del demonio ha ben altre aree: le guerre, le ingiustizie, gli egoismi, l’induzione alla prostituzione, la pedofilia, la pornografia, la disgregazione della famiglia, le bestemmie conclamate, la cultura dell’indifferenza, dell’ateismo pratico, dell’arrivismo, della sensualità sfrenata…

E l’esperienza di tutti è che il peccato, che inizialmente sembra un bene (un falso bene!). L’insegnamento biblico costante ci porta alla consapevolezza che le alleanze con il male, sebbene all’inizio sembrino percorsi liberatori, si tramutano in tragiche schiavitù. Come la deportazione In Babilonia.La soggezione al peccatoI Vangelici narrano il cammino terreno di Gesù come una continua salita: a Gerusalemme, al monte, al cielo. Gesù, di sé stesso, dichiara di essere “la porta” (Gv10,7) e “la via” (Gv14,6).

È chiaro che l’invito diGesù “saliamo a Gerusalemme!” (Lc18,31) non è un’indicazione stradale. Percorrendo il cammino che ci ha indicato, nutrendoci di Lui, possiamo crescere nel suo amore fino a vivere per Lui (cfr. Gv6,57). San Paolo, poi, ci dice che coloro che amano Dio sono “predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli” (Rm8,29). E potrà affermare di sé: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal2,20). 

Tutti i maestri di spiritualità ci insegnano a percorrere le tappe del cammino di conformazione al Cristo, una sorta di salita verso la Gerusalemme celeste chiamata ascesi: san Benedetto descrive dodici gradini (Regola, VII); santa Caterina da Siena tre grandi “scaloni” (Dialogo della Divina Provvidenza, 26); santa Teresa d’Avila sette “mansioni” (Castello interiore). Dante, nel Purgatorio, descrive la scalata al Paradiso come una montagna a sette “balze”.

In ogni caso, possiamo ben comprendere che dall’Alfa all’Omega, dal principio alla fine (cfr. Ap22,13), il passaggio non sia immediato. Parlando ai suoi amici, Gesù li invitò a non scoraggiarsi per le difficoltà, e a sforzarsi (cfr. Lc13,24) di entrare attraverso “la porta stretta” e la “angusta via che conduce alla vita” (Mt7,14).Per contro, esiste anche una via che conduce alla perdizione. Una “via spaziosa” con una “porta larga” (Mt7,13)che porta alla prostrazione più totale: quella che satana chiede a Gesù(cf. Mt4,9 e Lc4, 9).

I santi la paragonano a una strada in discesa in cui si scivola per disubbidienza, e si procede in virtù di quella forza che, nel prologo della Regola, san Benedetto chiama desidiam(inerzia, pigrizia). È una bella immagine. Un corpo posto in cima a un pendio, se è inerte, non oppone alcuna resistenza all’attrazione che su di lui esercita la forza di gravità, e così procede, con moto sempre più veloce, fino a sfracellarsi (diaballèin) a terra. Come una valanga. Come la caduta dal pinnacolo del tempio (cf.Mt4,5). Il peccato ha una dinamica molto simile: l’uomo, se sceglie di restare inerte, non oppone alcuna resistenza all’attrattiva esercitata su di lui dal male e lo pone in opera.

Se, però, al discendere per attrazione si aggiunge un catalizzatore, l’impatto col suolo diventa assai più rovinoso. Il peccato, in questo caso, non è più dovuto a una scarsa resistenza, ma a una volontà collaborativa. Nel pieno rispetto della nostra libertà, Dio ci invita sempre a cogliere gli aiuti che ci offre per arrestare la nostra caduta; ma se il rifiuto è totale, allora permette che la nostra scelta giunga fino in fondo. San Pietro afferma che Giuda abbandonò il ministero “per andarsene al posto da lui scelto” (At 1,25).

E sant’Agostino: Il diavolo infatti non aveva il potere di costringere l’uomo, ma solo l’astuzia per ingannarlo. Se tu, o uomo, non avessi acconsentito, il diavolo non avrebbe potuto far nulla: è stato il tuo consenso che ti ha portato alla morte.5Non bisogna mai dimenticare che il peccato richiede «piena avvertenzae deliberato consenso».

Alla tentazione l’uomo può rispondere con una duplice scelta: il cedimento (il peccato) o la perseveranza nel bene (la virtù). Se, sotto la violenza della tentazione, avvenissero disordini senza alcun consenso della volontà, rammenti che non si dà peccato senza consenso. Nel dubbio, giudicherà che non ci sia stata colpa, almeno grave, quando si tratti di persona abitualmente ben disposta.

Dopo la tentazione, bisogna guardarsi bene dall’esaminare troppo minuziosamente se si è consentito o no: è imprudenza che potrebbe ricondurre la tentazione e costituire un nuovo pericolo.

Il confronto personale con la Parola di Dio nella comunione ecclesiale e la vita virtuosa in Cristo sono certamente i rimedi efficaci a disposizione di tutti. Per non cadere nelle illusioni del falso bene, fosse anche condiviso da una maggioranza assoluta,esiste sempre il faro della Chiesa che non solo è Madre, ma anche Maestra. Ed è singolarmente tutelata da Cristo stesso che havoluto la Guida della Chiesa infallibile. Come Pietro, ogni Papa può commettere errori: Gesù non volle Pietro impeccabile, ma infallibile quanto alla guida in campo morale e dottrinale.

LA SOGGEZIONE LINGUISTICA

Fra gli indiziche indicano la presenza del demonio, ricordiamo il“parlare correntemente lingue sconosciute o capire chi le parla”.Forse, come il “dono delle lingue” non significa essere poliglotti, così anche il parlare lingue sconosciute, non andrebbe preso troppo alla lettera.Ugualmente «Avrete forza dallo Spirito Santo» (At1,8)non garantisce una forza erculea ai discepoli di Gesù. E anche il demonio sa caricare le sue vittime con una forza straordinaria nel compiere il male.

Era dunque ovvio che l’Anticristo, contrapponendosi alla Parola, al Logos, utilizzasse, per dirla con Calvino, una antilingua: la manipolazione del linguaggio a fini ideologici, con parole e significati deformati in modo da non far comprendere il reale contenuto di male veicolato da tali espressioni. Il Pontificio consiglio per la famiglia nel 2003 ha pubblicato un voluminoso Lexycondei “termini ambigui e discussi” che sono ormai entrati nell’uso comune, lemmi tecnici riguardanti “famiglia, vita e questioni etiche” che nascondono mortali deviazioni morali.

Nella prefazione, il cardinale Alfonso Lopez Trujillo, facendo riferimentoal famoso romanzo di George Orwell 1984,evidenzia il problema drammatico della manipolazione linguistica: «Uno dei sintomi più preoccupanti dell’offuscamento morale è la confusione dei termini che porta a livelli estremamente degradanti quando essi vengono utilizzati, con freddo calcolo, per ottenere un cambiamento semantico, cioè del significato delle parole, in una maniera artificiosamente pervasiva».

Voglio semplicemente ricordareinfausti neologismi che, dietro una apparente scientificità o emancipazione, in un passato recente hanno causatomilioni di morti: eugenetica, razza ariana, Aktion T4, trattamento speciale 14f13, kulak.

E come non ricordare tutti i neologismi coniati dai protagonisti della Rivoluzione francese i quali, nella foga scristianizzante, cambiarono persino il nome dei mesi e dei giorni?

Ancora, Marco descrive un altro personaggio che, rotta ogni catena morale, viveva fra i sepolcri, finito anch’egli «dentro uno spirito impuro» (cf. Mc5,3-5). Nel corso della storia, quanti uomini hanno iniziato a gridare e propagandare come un ‘diritto’ la violazione della legge naturale e, in men che non si dica, hanno trasformato il mondo in un immenso cimitero ricolmo delle vittime dell’eugenetica, dell’eutanasia, dei genocidi, dei campi di sterminio? Non sono vissuti anche costoro fra i sepolcri, mostrando che nel loro petto batteva un cuore di pietra? Non si calpesta impunemente la legge naturale e l’Autore di essa “Esorcizzare” [significa] collocare il mondo nella luce della ratioche proviene dall’eterna Ragione creatrice come pure dalla sua bontà risanatrice.

Può essere un buon esercizio personale individuare quali neologismi stanno imponendo la loro dittatura ideologica violentando la legge naturale. Ancora una volta, il Signore ci viene incontro e fa sì che ogni papa aiuti i contemporanei a svelare il vero significato delle parole con le quali il diavolo ci può ingannare.

LA SOGGEZIONE CULTURALE

«Perché quest’olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?». Questo egli disse non perché gl’importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro (Gv12,4-6). Un ladro che fa la morale sul denaro. Nelle righe evangeliche, viene messa in evidenza in tutta la sua pericolosità la suggestione diabolica del “valore equivalente”. Mentendo, Giuda avrebbe voluto vendere il profumo, ma finì col vendere Gesù Cristo, a un decimo del valore del profumo (cf. Mt26,15. 27,9).

La tentazione del valore equivalente non è affatto lontana da noi e, con impressionante regolarità, compare in tutte le epoche. Come in tutte le tentazioni, il maligno‘omicida fin da principio’insinua l’idea di un falso bene, di un progresso, di una emancipazione. Poco conta che per l’ipotetico grande benecomune vengano deliberatamente sacrificate vite umane.

Qualche esempio: Probabilmente la maggioranza del popolo tedesco ignorava l’esistenza dei lager; ma non ignorava la mentalità del “valore equivalente”. Leggiamo alcuni problemini che si trovavano nei libri di scuola durante il Terzo Reich:

Problema 95. La costruzione di un ospedale psichiatrico costa 6 milioni di RM. Quante case del costo di 15.000 RM ciascuna si sarebbero potute costruire con la somma in questione? […]

Problema 97. Mantenere un malato di mente costa circa 4 RM al giorno, un invalido 5,5 RM, un delinquente 3,5 RM. Molti impiegati statali guadagnano solo 4 RM al giorno, gli impiegati di concetto appena 3,5 RM, gli operai non specializzati solo 2 RM: e con questa somma devono mantenere la famiglia. A) Illustrate queste cifre con un diagramma. Secondo stime prudenti, vi sono 300.000 malati di mente, epilettici ecc. ricoverati. B) Considerando un costo per persona di 4 RM, quanto costa il mantenimento di tali individui? C) Quanti prestiti matrimoniali di 1000 RM l’uno potrebbero venire concessi con la somma in questione? Nella mentalità nazista entrò il concetto di wertlos[senza valore] Per questi esseri [wertlos, senza valore] la collettività deve sopportare un peso enorme: per un malato di mente 4 RM [Reichsmark, marchi del regno], per un criminale 3,50 RM, per uno storpio o sordomuto dai 5 ai 6 RM al giorno. Per contro un lavoratore non qualificato ha a disposizione al giorno 2,50 RM, un impiegato 3,60 RM, un funzionario di bassa categoria 4 RM. (Questi numeri sono stati forniti dal Ministro degli Interni del Reich,Dr. Frick, nell’anno 1933).

Senza addentrarci in analisi storiche del passato, possiamo vedere anche oggi siamo costantemente tentati −per dirla con le parole di papa Giovanni −da «forme di esistenza che ignorano Dio e le sue leggi, riponendo troppa fiducia nel progressi della tecnica, fondando il benessere unicamente sulle comodità della vita».

Un esempio: in Islanda, come in tanti altri paesi, è consentito abortire bambini con anomalie anche oltre il primo trimestre di gravidanza. Così si esprime lapsicologa incaricata di offrire sostegno psicologico alle donne che ricevono una risposta positiva al test pre-natale:«Parlo loro [alle madri] prima che prendano la decisione se concludere o continuare la gravidanza». Spiega: «Questa è la tua vita e tu hai il diritto di scegliere come sarà la tua vita». L’intento è quello di evitare che subentrino eventualmente sensi di colpa: «Pensiamo all’aborto come a qualcosa che ponga fine a quelle che potrebbe essere grandi difficoltà, prevenendo sofferenza per il bambino e la famiglia».

Il demonio è omicida fin dal principio. Fin dal principio della vita.La soggezione diabolica non è uno scherzo o una pagliacciata paranormale. Pensate a quale soggezione proviamo tutti −e qui mi fermo −a parlare della gravissima problematica dell’aborto.Volete sentire le grida scomposte del diavolo? Cosa succede se il Papa osa parlare di omicidio, di milioni di bambini uccisiper legge, e di sicari? È sufficiente accendere la TV o la radio per sentire ancora: «Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci?» (Lc4,34).

Le culture di morte sono tante, tutte travestite da progresso,emancipazionee libertà. E chi ha il coraggio di andare contro il progresso e l’emancipazione e la libertà? In questo modo si sposta il problema dal suo contenuto morale a terreni che portano con sé il consenso.

Però non dobbiamo provare sgomento pensando di dover capire tutto ed essere esperti in tutte le questioni: ancora una volta, la fiducia nel Magistero e nell’infallibilità del Papa ci mette al riparo dalle suggestioni-soggezioni culturali. Vediamo infatti, nel succedersi di un’età all’altra, che le incerte opinioni degli uomini si contrastano a vicenda e spesso gli errori svaniscono appena sorti, come nebbia dissipata dal sole. Non c’è nessun tempo in cui la Chiesa non si sia opposta a questi errori; spesso li ha anche condannati, e talvolta con la massima severità.

Si pensi che Pio XI nel marzo 1937, promulgò due lettere encicliche, rapidamente occultate, che mettevano in luce gli errori sia del nazismo (Mit brennender Sorge) che del comunismo (Divini Redemptoris). Il Santo Padre, oltre ad evidenziare e prevedere le inevitabili disastrose conseguenze delle due ideologie, ravvisò in esse l’ingannointrinseco di proporsi come via redentiva per l’uomo moderno. Ovviamente, i sostenitori delle due ideologie contrastarono con tutte le loro forze una tale “ingerenza”.

Il Magistero resta l’unico faro. Come ricorda Dante: «Siate, cristiani, a muovervi più gravi:non siate come penna ad ogne vento,e non crediate ch’ogne acqua vi lavi.Avete il novo e ’l vecchio Testamento,e ’l pastor de la Chiesa che vi guida; questo vi basti a vostro salvamento».