La vera libertà cristiana è quella che rende capaci di affrontare, attraversare le crisi, i mali e superarli

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Il grande dono della Libertà Cristiana oggi è più importante di altri tempi perché siamo più sedotti, abbiamo più presenze negative, abbiamo più seduzioni, abbiamo molti più mali molte più crisi, molte situazioni difficili e complesse da affrontare.

La vera libertà è la capacità di amare: e dato che oggi c’è individualismo, c’è il chiusura, c’è rifiuto dell’altro, vivere e manifestare questo miracolo della libertà cristiana che rende capaci di accogliere tutti, di prendere su di sé i mali altrui, di vivere l’agape, di essere solidali, pagando di persona è più difficile; siamo anche più contrastati, ci vuole molta più libertà evangelica.

Infatti la vera libertà cristiana è quella che rende capaci di affrontare, attraversare le crisi, i mali e superarli. E ci sono vari mali personali strutturali e la libertà evangelica, la libertà cristiana ci dona la capacità di rendere più umano anche il male: cioè di essere umani, di essere equilibrati, di affrontare con dignità e coraggio le inevitabili prove della vita, di accettare con dignità quello che nella nostra vita non può cambiare, le prove della vita inevitabili, quello che si può e si deve cambiare e distinguere l’uno dall’altro che non è facile: si richiede un grande discernimento.

Perciò è anche fondamentale formare la coscienza: la coscienza e per noi credenti è quella di Cristo è quella illuminata e trasformata dalla Parola, perché purtroppo anche in noi c’è il conflitto di interesse: la coscienza che giudica è la stessa che è giudicata.

E per formare la coscienza bisogna dialogare: è importante confrontarsi, ascoltare, ma con attenzione con desideri di bene non per finta e non in attesa di poi dire solo le nostre idee all’altro. Tenendo presente nel dialogo è molto importante prendere coscienza che siamo fragili che tentiamo a razionalizzare, a dire bene del male e male del bene.

Spesso si pensa che se credi in Dio non pecchi: teologicamente è vero perché avvolti dall’amore di Cristo sapremo sempre riconoscere con umiltà le nostre fragilità, ricorrendo al Signore che ci dono sempre la riconciliazione. Ma il cristiano coerente tiene sempre viva la consapevolezza che rimaniamo sempre fragili; tutti abbiamo la tendenza di dire bene del male e male del bene, di tirare l’acqua al nostro mulino. Cioè se c’è successo di attribuirlo a se stessi; mentre se c’è fatica o errori tendiamo a prendersela con gli altri. Mentre risulta persona saggia e cristiano maturo, libero e liberante chi sa manifestare la buona coscienza, cioè sa riconoscere la propria quota di responsabilità in quello che non va.

Non è solo negli altri ma anche noi una responsabilità almeno in parte persona libera persona armoniosa persona completa e quella persona che sa risultare positiva deve sapere apprezzare il bene che c’è negli altri, deve favorire la gioia, la festa. Non deve essere un guastafeste, ma armonioso rispettoso veramente saper gioire con chi gioisce e soffrire con chi soffre e perciò ecco la solidarietà, la benevolenza, il sapere mettere nel conto anche nelle sofferenze, i limiti, gli inconvenienti e ricominciare con umiltà avere un progetto nel futuro credere nella vita eterna.

Invecchiare bene vuol dire accettare che non sempre noi possiamo mantenere quella forma, quella fortezza, quella salute che avevamo da giovani. Mettere nel conto che a un certo punto andiamo incontro anche a varie limitazioni e all’esperienza che le forze vengono meno: è segno di libertà e di maturità quando noi sappiamo riorganizzarci riconciliarci con queste forze che vengono meno, mettendo più pazienza con gli altri, mantenendo però sempre le buone radici della fede, nella piena fiducia il Signore e nella fiducia piena e lui che è provvidente