OMICRON TEST  

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Omicron test è la quattordicesima lettera dell’alfabeto greco e l’ultima, la ventiquattresima, è Omega.

Alfa e Omega  indicano anche la persona di Gesù che è il principio e la pienezza di ogni cosa.

Omicron è la variante del Coronavirus con 46 variabili identificato nel Sudafrica.

Il Covid-19 avrebbe dovuto insegnare che l’uomo è strutturalmente fragile e che il delirio di onnipotenza è una menzogna, una ignoranza di sé ed una stupidità.

Poiché la variante Delta scoperta a Londra non ci ha rimessi sulla strada della solidarietà, sulla strada della custodia e rispetto del creato, ma ha allargato le disuguaglianze, la sanità è un lusso per ricchi non un bene per tutti, un pane che non si trova su tutte le tavole e quelli che desiderano fuggire dalla schiavitù, dalla miseria e sognano un futuro diverso, sono rifiutati e spesso muoiono per freddo o inghiottiti dal mare.

Perché abbiamo ad imparare queste lezioni, il buon Dio ci ha mandato dal Sudafrica la variante Omicron perché abbiamo a mettere giudizio, a cambiare stile di vita e a capire che siamo tutti nella stessa barca, o ci salviamo tutti o siamo sempre in grave pericolo ad ogni livello.

Papa Francesco ha immesso nella Chiesa Universale un virus positivo: la sinodalità.

La Chiesa è un popolo in cammino guidato dallo Spirito Santo che parla non solo attraverso la gerarchia ma con qualunque soggetto, anche con un asino, come è avvenuto con l’asino di Balaam, quindi bisogna ascoltare dal basso in alto tutti, anche i non credenti, gli oppositori della chiesa, i poveri di qualunque genere.

Questa operazione è da farsi a livello base nella parrocchia, poi a livello di diocesi, poi a livello nazionale, poi la sintesi a livello universale.

C’è il grosso rischio del ritualismo, dell’intellettualismo e dell’immobilismo, denunciati da Papa Francesco.

Di certo se la gerarchia è fatta da funzionari del culto, imprenditori del sacro, strumentalizzando anche il servizio digitale per aumentare la propria visibilità,  se mi creo l’ufficio ben attrezzato e non mi preoccupo di uscire dalla chiesa per incontrare sulla strada i poveri, se il potere è concepito come investimento per la propria carriera e l’autoreferenzialità, se i collaboratori sono cortigiani zelanti del potente di turno, la sinodalità diventa un’opportunità sprecata e l’umanità è diventata più disumana e la Chiesa, come popolo di Dio, non è in cammino guidata dallo Spirito.

Questi rischi rendono perfettamente inutile il virus umanizzante della sinodalità e restiamo più poveri di prima e meno umani.

Per superare queste tempeste, la Conferenza Episcopale Italiana ha proposto schemi per realizzare la sinodalità e una preghiera allo Spirito Santo perché ci aiuti a non sciupare questa storica opportunità per il rinnovamento della Chiesa e la costruzione di un mondo nuovo, migliore.

 

Michele Cipriani