SAN GIUSEPPE CALASANZIO, IL SANTO CHE DONÒ AI BIMBI LA PRIMA SCUOLA APERTA E GRATUITA D’EUROPA

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Fondatore degli Scolopi, attivo a Roma negli anni drammatici della Controriforma, di fronte a tragiche situazioni di povertà e di miseria morale, fu colpito dalla diffusissima ignoranza religiosa e dal malcostume dilagante tra la gioventù di quei rioni popolari, scoprendo così la propria vocazione: l’insegnamento elementare ai fanciulli poveri

Il Fondatore degli Scolopi nacque a Peralta de la Sal, in Aragona, il 30 luglio 1558 da genitori benestanti. Cominciò gli studi umanistici presso la scuola dei padri Trinitari, poi frequentò i corsi di filosofia e diritto canonico all’università di Lérida, passando quindi agli studi teologici presso le università di Valencia e di Alcalà de Henares. Desiderava farsi sacerdote, ma incontrò la decisa opposizione del padre il quale diede il suo benestare soltanto quando Giuseppe, colpito da una malattia mortale, guarì prodigiosamente e si impegnò a rispettare un voto che aveva fatto in precedenza. Ordinato nel 1583, il santo esercitò il ministero in diverse diocesi della Spagna, distinguendosi per la sua profonda cultura teologica, le sue doti umane e la sua santità. Nel 1592 partì per Roma per svolgervi delicati incarichi a nome del vescovo e non fece più ritorno in Spagna, anche a causa dei lunghi tempi imposti dalla burocrazia per le pratiche affidategli. Fu dapprima precettore presso la famiglia Colonna, e mentre svolgeva il suo ministero si inserì nei circoli religiosi e devoti della città aderendo a diverse confraternite, tra cui quelle dei Dodici Apostoli per la visita ai malati poveri, delle Stimmate di San Francesco, della Madonna del Soccorso e della SS. Trinità (quest’ultima fondata da san Filippo Neri), del SS. Sacramento, dell’Oratorio di Santa Dorotea e della Dottrina Cristiana. In quel periodo ebbe frequenti incontri con san Camillo de Lellis, col quale collaborò nella cura e nell’assistenza dei malati, e con san Giovanni Leonardi, fondatore dei Chierici Regolari della Madre di Dio.
Il contatto con questi ambienti animati dalla spiritualità cattolica post-tridentina lo mise di fronte a tragiche situazioni di povertà e di miseria morale, e poiché si era dedicato in modo particolare all’insegnamento della dottrina cristiana presso la confraternita di Santa Dorotea in Trastevere, fu colpito dalla diffusissima ignoranza religiosa e dal malcostume dilagante tra la gioventù di quei rioni popolari, scoprendo così la propria vocazione: l’insegnamento elementare ai fanciulli poveri. Cercò innanzitutto di sollecitare un intervento al riguardo da parte delle autorità civili, ma senza esito. Altrettanto disattesa fu la sua richiesta di avviare classi di istruzione elementare nel Collegio Romano diretto dai Gesuiti, e così nel 1597, presso alcuni locali della parrocchia di Santa Dorotea egli aprì quella che effettivamente fu la prima scuola popolare gratuita d’Europa, caratterizzata dall’ampiezza dei programmi e da nuovi metodi didattici ed educativi, e trovò subito dei collaboratori disposti a condividere il suo ideale di vita.

Nel 1601 la scuola si staccò dalla Confraternita, che non intendeva assumersene l’onere, e dopo aver sostato in altre sedi, trovò la sua definitiva sistemazione presso il palazzo Mannini, in piazza San Pantaleo. E lì il Calasanzio diede alla sua istituzione il nome di “Scuole Pie”, che furono successivamente approvate dai pontefici Clemente VIII e Paolo V riconoscendo il gruppo di maestri raccolti attorno al fondatore come associazione secolare senza voti. Fallito il tentativo di fusione con i religiosi di san Giovanni Leonardi che era stato caldeggiato dal cardinale Giustiniani, il Pontefice con breve del 6 marzo 1617 diede all’opera il nome definitivo di “Chierici Regolari Poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie”. Il santo ebbe una concezione moderna della scuola e dell’educazione: innanzitutto si preoccupò della formazione degli insegnanti; inoltre, distinse le “Scuole Pie” dalle scuole catechistiche domenicali, rendendole quotidiane e dividendole in classi con orari precisi, con l’uso della lingua italiana e gli esami finali in due sessioni. Inoltre, i maestri si interessavano all’alunno fin dalle prime nozioni elementari, analizzandone le capacità e le inclinazioni e accompagnandolo non solo nella conoscenza delle materie scolastiche, ma seguendolo anche nelle varie fasi del suo sviluppo psicofisico, il che rappresentava una autentica novità per quei tempi. Il santo poi rimaneva in contatto coi giovani che iniziavano l’università, offrendo ai più meritevoli aiuti morali e anche economici.