Vivere la spiritualità in famiglia

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Oggi, in questa nostra società dove sembra aver valore solo ciò che appare, è più che mai necessario riscoprire e vivere la spiritualità di Nazareth. Piccolo paese della Galilea, unico nella storia perché è il luogo dove Dio si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è sviluppata la vera spiritualità della vita familiare.

La realtà quotidiana che ha dominato la vita di Gesù, Maria e Giuseppe nel piccolo villaggio di Nazareth, è l’umiltà. La loro è stata una spiritualità semplice e, quindi, ripetibile dalle nostre famiglie, perché la Santa Famiglia conduceva una vita modesta, circondata da parenti e amici, guadagnando, con il sudore della fronte, il pane quotidiano e rispettando le leggi del suo popolo. La loro vita era offerta a Dio attraverso gli impegni di tutti i giorni ed era ritmata dalla comune preghiera in famiglia e nella sinagoga, dai riti e dalle feste religiose (tra le quali, il rito della circoncisione, la festa delle Capanne, il pellegrinaggio al tempio di Gerusalemme).

La vita di preghiera della Santa Famiglia era quella di ogni buon israelita dell’epoca. Pertanto, dietro la modestia di questo comportamento, rispettoso degli usi e dei costumi della sua cultura, la Santa Famiglia viveva una realtà grandiosa, che con il silenzio e la discrezione ha saputo assicurare al loro focolare la serenità necessaria allo sviluppo del piano di Dio: donare il Messia, il Cristo, il Salvatore del mondo atteso da molti secoli dal popolo ebreo e vegliare sulla sua infanzia e la sua adolescenza sino a quando Gesù ha raggiunto la sua piena maturità di uomo e iniziare la sua vita pubblica e la predicazione del suo Vangelo.

Proprio nell’umile dimora della Santa Famiglia si sono svolte le prime pagine del Vangelo che Dio, nel suo Verbo fattosi carne, ha donato agli uomini, per amore e la salvezza di tutti.

La testimonianza di Gesù, Maria e Giuseppe mostra a tutti i genitori lo splendore della Grazia che può attingere una vita familiare, vissuta in fiduciosa ubbidienza a Dio, nell’umiltà, nella semplicità e nel grande amore condiviso.

Dunque, è necessario riscoprire la spiritualità di Nazareth, perché Maria ancora oggi continua, in seno alla Chiesa, il suo ministero materno di creazione dell’uomo nuovo e san Giuseppe continua a vegliare sulla crescita del Corpo mistico di Colui sul quale ha ricevuto l’autorità paterna.

In questo inizio del terzo millennio in cui la nostra civiltà vive una forte crisi della famiglia, della vera paternità e maternità (realtà che fanno tremare le fondamenta della nostra società) e come molti psicologi e sociologi propongono nuovi modelli di famiglie, è opportuno volgere il nostro sguardo e i nostri cuori verso la Santa Famiglia di Nazareth che ha incarnato, nel mondo, l’immensa Comunione della Divina Trinità.