«Fra i nati di donna non è sorto nessuno maggiore di Giovanni il Battista»: è Gesù stesso a dirlo, nel vangelo di Matteo (11,11). Basta questo a definire la grandezza del precursore, colui che apre la strada al Messia. A sei mesi esatti dal Natale di Gesù, il 24 giugno la Chiesa fa memoria della natività di Giovanni, figura centrale nelle Scritture, venerato da tutte le Chiese cristiane e menzionato persino nel Corano.
In Italia sono oltre 200 i comuni ad avere il Battista come patrono. Dalle città maggiori, Genova, Torino e Firenze; a quelle di provincia, come Busto Arsizio, Bobbio, Cesena, Ragusa; ai tanti piccoli comuni che sono l’anima autentica del nostro Paese. Da sempre la solennità di “chi grida nel deserto” è occasione d’incontro tra Chiesa e società civile.
A Genova, da due anni a questa parte, l’arcivescovo Marco Tasca ha fissato il tradizionale discorso alla città, solitamente tenuto il 31 dicembre, al giorno della festa patronale. Momenti in cui il pastore della Chiesa genovese ha invitato a riflettere sulle condizioni di vita dei cittadini e sul benessere delle comunità, denunciando la perdita del potere di acquisto dei salari medio-bassi e puntando a ridurre le disuguaglianze. Oggi alle 17, nella Cattedrale che custodisce le ceneri del santo, durante i Vespri pontificali Tasca si rivolgerà agli amministratori di Genova e dei comuni dell’arcidiocesi, ai sacerdoti e ai fedeli.
Torino ha iniziato a celebrare San Giovanni giovedì scorso con un ricco calendario di appuntamenti tra spiritualità, musica e storia. Chiesa e città in questi giorni sono particolarmente unite. Alla Messa solenne delle 10,30 in Duomo, presieduta dal cardinale Roberto Repole, seguirà la distribuzione dei “pani della carità” da parte dell’associazione Famija Turineisa. La rassegna di concerti campanari proposti da una ventina di campanili di altrettante chiese, sarà il preludio al concerto delle 18 all’auditorium Rai, alla fiaccolata sul Po alle 22, e agli immancabili “fuochi di San Giovanni”.
Per la chiarezza del suo messaggio e la personalità coraggiosa, Firenze ha scelto il patrono nel Battista fin dal VI secolo. Oggi alle 9, il momento delle celebrazioni civili dall’Arengario di Palazzo Vecchio precederà il corteo al battistero del duomo, dedicato proprio al santo. Alle 10,30 l’Eucaristia solenne officiata dall’arcivescovo Gherardo Gambelli e l’offerta dei ceri da parte dell’amministrazione comunale e della Società San Giovanni Battista, storica associazione a carattere laico, equidistante dal potere politico e da quello religioso, che dal 1796 cura i “fochi”, lo spettacolo pirotecnico che incanta la città dal suo “tetto”, il piazzale Michelangelo.
Comunità ecclesiale e società civile si incontrano a San Giovanni anche nelle città di medie e piccole dimensioni. Nell’operosa città lombarda di Busto Arsizio, la festa patronale coincide con la Giornata del Ringraziamento, in cui i cittadini meritevoli ricevono la benemerenza civica. A Bobbio, uno dei centri principali della provincia piacentina, San Giovanni fa incontrare agricoltori e allevatori, che si danno appuntamento per la fiera e la rassegna zootecnica.
A Cesena invece, alle 10 l’arcivescovo Antonio Giuseppe Caiazzo presiederà il primo pontificale del patrono dal suo ingresso come pastore della diocesi di Cesena-Sarsina, lo scorso 16 marzo.
Festa anche in una delle diocesi più giovani d’Italia, quella di Ragusa, eretta nel 1950. Oggi la natività di San Giovanni sarà celebrata liturgicamente con nove celebrazioni eucaristiche a partire dalle 7 del mattino fino alle 20, presiedute dai canonici della Cattedrale, dove si conserva una reliquia del braccio che la tradizione attribuisce al precursore. Non è però l’unico appuntamento tra i ragusani e il loro patrono. Altri festeggiamenti solenni sono il programma per il 29 agosto, data in cui si commemora il martirio per decollazione. La monumentale statua cinquecentesca di San Giovanni, raffigurato con le pelli animali che lo vestivano, viene portata solennemente in processione per le vie della città iblea.