Il prefetto del Dicastero per la comunicazione illustra ai giornalisti lo svolgimento del Sinodo. Un momento di discernimento comune

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Il Sinodo non è «una conta algebrica delle opinioni previe; non è un programma televisivo, non è una specie di The Truman show»: è una cosa diversa, è «un momento di discernimento comune nella fede, nella comunione, nella preghiera, nel silenzio, nell’ascolto», è un tempo «unico, sacro». Lo ha sottolineato Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la comunicazione e presidente della Commissione per l’informazione della prossima assise sinodale, durante l’incontro con i giornalisti svoltosi questa mattina, 28 settembre, nella Sala stampa della Santa Sede, in via dell’Ospedale, 1. Il prefetto ha illustrato ai rappresentanti della stampa i vari momenti della xvi assemblea generale ordinaria — che si aprirà in Vaticano mercoledì 4 ottobre — e delle giornate precedenti alla sua apertura e le modalità di accesso e di partecipazione.

Ruffini ha ricordato che sull’aereo di ritorno dalla Mongolia il Papa, rispondendo ad alcune domande, «ha voluto chiarire, a tutti, non solo ai giornalisti, cosa il Sinodo non è; e cosa invece è». Infatti, la «sua radice è antica. E da lì occorre ripartire per capirlo in un tempo in cui si parla molto e si ascolta poco».

Si sta sperimentando una stagione in cui rischia «di indebolirsi il senso del bene comune» e di affermarsi, «a scapito del dialogo e dell’incontro, il paradigma del monologo e dello scontro». Si tratta di «un’epoca segnata dalla crisi delle istituzioni e dei processi decisionali». È proprio in questo tempo, che la Chiesa, come ha recentemente detto Papa Francesco, «offre una proposta alternativa al mondo intero, tante volte così incapace di prendere decisioni, anche quando in gioco è la nostra stessa sopravvivenza».

Il prefetto ha poi spiegato «la ragione per cui alcune parti dei lavori sinodali non saranno pubbliche»: perché il Papa ha detto, sempre durante il suo volo di ritorno dalla Mongolia, che «quel che conta è capire lo spirito ecclesiale che muove il formarsi del pensiero sinodale nel Sinodo». A questo proposito, Ruffini ha letto un brano significativo della lettera pastorale Effatà apriti (1990) del cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano, in cui si spiega bene il pensiero del Papa sul significato del silenzio «senza il quale non c’è ascolto».

Il prefetto ha specificato che i giornalisti saranno ammessi, in spazi a loro dedicati, ai momenti di preghiera e a quelli in cui verranno illustrati, all’inizio di ogni modulo previsto dall’Instrumentum laboris, i temi che saranno affrontati. Si tratta, quindi, delle messe, delle preghiere di inizio giornata, delle meditazioni del ritiro spirituale, della preghiera per i migranti e i rifugiati del 19 ottobre alle 19.15, della preghiera del Rosario del 25 ottobre alle 19.30, dell’apertura della prima giornata, con i discorsi del Papa, del presidente delegato, del relatore generale, del segretario generale, e dell’apertura delle congregazioni generali.

Il prefetto ha poi annunciato che sono previsti ogni giorno dei brevi briefing e cinque conferenze stampa, alla fine dei moduli, con la partecipazione di membri del Sinodo.

Riguardo alla veglia di preghiera — che si terrà, nel pomeriggio di sabato 30 settembre, presieduta dal Papa, alla presenza del patriarca ecumenico Bartolomeo, dell’arcivescovo di Canterbury Justin Welby e altri leader ecclesiali per pregare per i lavori dell’assise — Ruffini ha evidenziato quanto sia significativo che il Sinodo sia preceduto da questo incontro.

Durante questa veglia ecumenica, «i lavori del Sinodo saranno affidati allo Spirito Santo». Essa, ha ricordato, è frutto di una proposta fatta dal priore della Comunità di Taizé, frère Alois, due anni fa, in occasione dell’apertura del processo sinodale, nell’ottobre 2021. È coordinata dalla stessa Comunità, con la collaborazione di varie istituzioni e organismi: la Segreteria generale del Sinodo, il Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani, il Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, il Dicastero per la comunicazione e il Vicariato di Roma. La preparazione della veglia, ha fatto notare Ruffini, «è stata un vero e proprio esercizio di sinodalità, con la volontà di coinvolgere fin dall’inizio un gran numero di partner ecclesiali».

Oltre alla preghiera e all’ecumenismo, ha aggiunto il prefetto, l’accento sarà messo sulla difesa del Creato, a quattro giorni della pubblicazione dell’esortazione apostolica di Papa Francesco Laudate Deum.

Piazza San Pietro, ha detto, diventerà «come un giardino», piena di alberi e fiori, e il crocifisso di San Damiano sarà al centro della decorazione.

La veglia sarà preceduta dall’iniziativa “Together – Raduno del popolo di Dio” coordinato sempre dalla Comunità di Taizé insieme, in particolare, al Vicariato di Roma. Migliaia di giovani tra i 18 e i 35 anni provenienti da diversi Paesi parteciperanno a un programma di workshop e incontri a Roma, nelle parrocchie e altri luoghi, dal 29 settembre al 1° ottobre. Sia la pre-veglia che la veglia, ha annunciato, saranno trasmesse in diretta da Vatican Media.

Per quanto riguarda il ritiro spirituale, inizierà sabato sera — dopo la veglia di preghiera i membri del Sinodo raggiungeranno in pullman la Fraterna Domus di Sacrofano — e terminerà martedì 3 ottobre dopo cena. Parte integrante del programma del Sinodo sarà anche il pellegrinaggio di giovedì pomeriggio 12 ottobre, sull’Appia antica, alle catacombe di San Calisto, San Sebastiano e alla chiesa del Domine quo vadis. Si tratta di un pellegrinaggio alle radici della fede cristiana e della Chiesa delle origini e dei primi martiri.