Il tema proposta dalla CEI per la 58° Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni (25 aprile 2021) da celebrare nelle Diocesi italiane prende avvio da una espressione di papa Francesco, contenuta nella Esortazione Apostolica Gaudete et exsultate, 141: «La santificazione è un cammino comunitario, da fare a due a due».
L’intento è quello di valorizzare non solo la dimensione personale e responsoriale della vocazione, ma annunciare come ogni chiamata e risposta vocazionale è un evento comunitario: «La vocazione non è mai soltanto mia ma è sempre anche nostra: la santità, la vita è sempre spesa insieme a qualcuno. E questo è un elemento essenziale di ogni vocazione nella Chiesa. Proprio questa, infatti è «l’originalità della vocazione cristiana: far coincidere il compimento della persona con la realizzazione della comunità» (Pontificia Opera per le Vocazioni Ecclesiastiche, Nuove vocazioni per una nuova Europa, Roma 5-10 maggio 1997)».
Nessuna vocazione si colloca dentro un posto privilegiato, all’interno di una solitudine dorata, ma ogni vocazione va annunciata e compresa come sinfonia di Dio.
Rispondere alla vocazione personale significa entrare con la nostra inconfondibile identità nella grande sinfonia divina – di cui il Signore Gesù è la chiave indispensabile – e di entrarvi con il “Sì” della nostra vita. Di entrarvi non come in un’operazione solitaria, ma proprio in quanto parte viva dell’unica sinfonia ecclesiale. La sapienza spirituale insegna che per accogliere la nostra vocazione dobbiamo comprendere e riconoscere la vocazione singolare e unica di ogni altra persona, amata, voluta e cercata da Dio. Vivrò bene la mia particolare vocazione solo se saprà collocarla in rapporto ad ogni altra chiamata di Dio.
«La storia del mondo è una meravigliosa sinfonia. Anche se a noi la partitura a volte sembra molto complessa e difficile, Egli la conosce dalla prima fino all’ultima nota. Noi non siamo chiamati a prendere in mano la bacchetta del direttore, e ancora meno a cambiare le melodie secondo il nostro gusto, ma, ciascuno al suo posto e con le proprie capacità, a collaborare con il grande Maestro nell’eseguire il suo stupendo capolavoro» (BENEDETTO XVI, Discorso al Presidente della Repubblica Federale di Germania).
Ogni battezzato è invitato ad accompagnare i giovani a trovare il proprio posto nell’amore, accogliendo la vita non in modo fiacco o frantumato, ma compresa dentro al grande disegno della partitura divina. Siamo chiamati, soprattutto in questo tempo sofferto dell’umanità, a far risuonare il nostro sì non in modo singolare, ma dentro una sinfonia d’amore eseguita da tutta la Chiesa.
Una sinfonia che diventa anche la danza dell’amore, la danza della vita.
«Un giorno, Signore, in cui avevi un pò di voglia d’altro hai inventato San Francesco e ne fai fatto il tuo giullare. Lascia che ci lasciamo inventare per essere gente allegra che danza la propria vita con te» (M. DELBRÊL).
don Giancarlo Pivato